Lettera - La ricerca di Andrea

Salve on. Colombo, ho 24 anni, sono laureato (con 102), disoccupato e senza possibilità all'estero perché sono un tecnico di radiologia e per lavorare all'estero devo sapere perfettamente la lingua del Paese dove sarei ospitato (so solo l'inglese, ma non c'è posto in Inghilterra) e inoltre dovrei convertire la laurea e spendere una valanga di soldi che non ho. Domanda secca: ma per i giovani c'è posto in questo schifo di Paese? O solo i vecchi (politici) si permettono 10 stipendi di una persona normale, se va bene?
Andrea
La lettera di Andrea ha un punto forte e un punto debole. Il punto forte è la protesta indignata per l'evidente mancanza di attenzione (più ancora che mancanza di posti) che sente intorno a sé. Andrea è giovane, non ha lavoro e sente, sa, ha sperimentato, che di tutto ciò non importa niente a nessuno, ovvero non importa a chi potrebbe fare qualcosa, anche solo attrarre attenzione. Credo che la distrazione generale di coloro che sono, a qualunque titolo, nella posizione o condizione di prestare attenzione, prima ancora che di risolvere problemi, al dramma dei giovani preparati, qualificati e chiusi fuori, sia ciò che offende di più i nuovi arrivati nel mondo del lavoro. Per questo non posso non capire la "nuvola d'ira" (cito un titolo di Arpino) che c'è nella lettera di Andrea. Vorrei dirgli però di non mettere insieme questioni profondamente diverse che non possono risolversi in un'unica, per quanto comprensibile invettiva. Parlo dei "vecchi politici che si permettono 10 stipendi di una persona normale". Qui ci sono almeno tre questioni diverse. Una sono le “persone normali" di cui parla Andrea. In Italia sono tutti precari e tutti molto meno pagati che nel resto d'Europa. Ma questa condizione (precariato e bassa paga) non è in relazione (non in relazione diretta) con i "10 stipendi dei vecchi politici" perché sia precariato che basse paghe sono nate sul "mercato" e in funzione di un vantaggio che le imprese hanno ottenuto e continuano a ottenere, cancellando sempre più i diritti del lavoro, negando legittimità ai sindacati o sottomettendoli. I politici strapagati possono essere puniti, se non altro per avere permesso il vandalismo nel mercato del lavoro e la eliminazione dei giovani. La miglior punizione è non votarli mai più. Ma il resto dell'impegno resta fuori, nel mondo del lavoro. Assieme ai sindacati che non si sono inginocchiati. La battaglia sul costo della politica resta aperta, naturalmente, (l'ostinata battaglia dei Radicali, ricordate?), non dimenticando di cominciare dalla testa del fenomeno, il costo immenso dei partiti, per poi discendere a un dibattito sui compensi degli individui. Ma se non si comincia dalla testa di questo grave problema, qualcuno sarà sempre sopra pagato, ma si saprà e si noterà sempre meno. Però il punto debole della lettera di Andrea mi sembra il non avere notato in che modo una certa politica e un certo tipo di impresa hanno lavorato insieme a chiudere fuori i giovani. Basti pensare all'impegno e ostinazione con cui sia il governatore Marrazzo (Pd) sia la governatrice Polverini (Pdl) si sono dati da fare per chiudere ospedali, abolire reparti anche di alta qualità (nefrologia e dialisi nel defunto ospedale San Giacomo, neurologia chirurgica nell'altro unico ospedale del centro storico di Roma, Santo Spirito). Ho fatto due esempi della città in cui vivo, sapendo che purtroppo questa sorta di intesa fra pubblico e privato a danno dei cittadini e a danno di chi lavora nella sanità, continua ormai da tempo. Ovvio che il peso più grande ricade sui più deboli (i malati) e sui più giovani, come Andrea. Altrimenti, in un Paese normale, anche in tempi di crisi, ci sarebbe una ricerca continua di personale tecnico-medico qualificato. Rimpiango di non potergli dire che almeno una parte politica, nell'opposizione, si è tenuta fuori e lontana dal lavoro di smontaggio del futuro che purtroppo è ancora in atto. Almeno il governo Berlusconi può vantarsi di una coerenza: tutto il potere e soldi ai privati e gli altri si arrangino. Spero che tutti gli Andrea d'Italia si diano da fare per spostare il Pd fuori e lontano dai tagli che colpiscono solo coloro che lavorano.
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