Lettera - Polverini lava più bianco

Sono passate poche ore dalle squallide dimissioni della ex governatrice del Lazio Polverini e già vedo Roma tappezzata di manifesti (pagati da chi?) dove spicca la scritta (con foto trionfale della signora appena forzata a uscire di scena) "Ora facciamo pulizia". Mi sembra una proposta indecente da quella fonte.
Angelica
Credo sia utile fare un confronto doveroso. Marrazzo è stato costretto a dimettersi per le sue frequentazioni e abitudini sbagliate , ed è uscito di scena con umiliazione, solitudine, un mare di "ricostruzioni" degli eventi (quasi tutte fantasiose), alcuni misteri e molti errori gravi dello stesso Marrazzo (il più grave, la chiusura improvvisa di un grande ospedale nel centro storico di Roma, appena dotato di nuove e costose tecnologie). Ma non ci sono state celebrazioni. Anzi, dopo il ritiro è seguito un lungo silenzio. Renata Polverini, invece, non solo è comparsa con un largo sorriso e la promessa (che da lei suona come una minaccia) di "fare pulizia" su manifesti stampati con fondi ignoti e affissi un po' ovunque a Roma. Ma, la sera stessa delle sue dimissioni, (un complicato evento fondato su una nebbia di fatti ignoti o alterati e di cose negate o non dette) la Polverini si è esibita nel Giovanni Floris show, lo stesso show che con ben 19 presenze, quasi di seguito, l'aveva inventata dal nulla subito prima di farne l'avversaria di Emma Bonino, avversaria che alla fine vince col voto fascista del retro-Lazio (nonostante la larga vittoria della Bonino a Roma), ma certo anche con l'esibizione televisiva quasi continua a cura di Ballarò. Che senso poteva avere quel largo e festoso sorriso della governatrice crollata con la sua finta costruzione politica, la sua finta giunta e la sua finta maggioranza, tornata, come premio della sua avventura laziale, in televisione? Floris non ce l'ha spiegato. L'antipolitica, la sera di martedì 26 settembre, ha segnato un sacco di punti. Quanto al progetto di fare, lei stessa, pulizia dello sporco che ha lasciato nella Regione Lazio, possiamo parlare del "modello Maroni", che dopo avere condiviso tutto (tutto vuol dire tutto) con Bossi e famiglia, gli ha rubato anche il partito e si è fatto trovare con la scopa come se lo sporco non fosse anche suo. Senza dubbio la seconda morente Repubblica ci sta già lasciando brutti ricordi.
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