Lettera - Paghiamo pure l'Ici ma cominciamo dai Palazzi

Cara Europa, oggi ho dovuto leggere sul Corriere della Sera una notizia che volentieri avrei letto o ascoltato, da vecchio elettore del centrosinistra, su un giornale o da un politico del Pd. La onorevole Giammanco, bella deputata del Pdl, ha fatto una dichiarazione forse sconvolgente dalle sue parti ma che speravo di ascoltare dalla mia parte. Ha detto che «se per salvare il nostro paese dal default s'impongono duri sacrifici a tutti, penso sia giusto e doveroso chiederne anche alla Chiesa». La deputata attacca i privilegi ecclesiastici, agevolazioni ed esenzioni, che diventeranno ogni giorno di più intollerabili per i nostri concittadini: «Ritengo opportuno che anche l'enorme patrimonio immobiliare della Chiesa sia sottoposto a tassazione (...) per tutti gli immobili non utilizzati a fini di culto, in cui si svolgono attività di varia natura, spesso in concorrenza con quelle dei privati». Ecco una persona coraggiosa. Che ne pensano i nostri leader taciturni e lo stesso Monti che si giustifica con la «difficoltà» di individuare i patrimoni?
Alba Deritis, Roma
Cara signora, me lo chiedo anch'io, ma prima di risponderle un po' nel merito mi permetto di
dirle che non sarebbe stato male se questa lettera lei l'avesse mandata al direttore del Corriere
della Sera, chiedendogli: come mai un giorno sì e l'altro pure sparate in prima pagina l'articolo
di Rizzo e Stella sui costi della casta, ormai, grazie a loro, identificata solo nel parlamento? Coi
conseguenti effetti devastanti non solo per il parlamento (come fu ai tempi dell'interventismo e
del fascismo), ma anche per la politica, a favore involontario dell'antipolitica e del qualunquismo.
Avrebbe potuto chiedere al direttore se non intenda sollecitare i suoi due cavalli di razza a uscire
dai noti sentieri della casta per addentrarsi nei meno agevoli sentieri delle caste: a cominciare da quella sacerdotale, che unisce in sé anche quelle politiche, "patrimoniali", finanziarie, eccetera, tutte ignorate o quasi dalla manovra lacrime e sangue.
Ho sentito per radio una replica dell'ex ministro Rotondi, democristiano avellinese doc, che giustifica i trattamenti di sfacciato favore dei "tecnici" ai beni ecclesiastici, nonché l'abituale devoluzione di numerosi rivoli finanziari in aggiunta al fiume dell'8 per mille, invocando le opere benefiche che la casta sacerdotale svolge a favore dei "bisognosi", esentando così lo stato dal farle lui. Strano ragionamento. Non potremmo egualmente devolvere alla Francia il bombardamento dei paesi mediterranei anche per conto nostro, così ci risparmieremmo i miliardi per acquistare i bombardieri, e ci limiteremmo a pagare la benzina e l'indennità di volo? Né mi convince di più l'opinione che la manomorta ecclesiastica appartenga a un'entità estera o comunque esterna allo stato italiano. Se è estera o esterna, a qual titolo il cardinale Bagnasco, come ieri Ruini o l'altro ieri Rampolla, si immedesima nella cose politiche italiane: cominciando dal governo e dal parlamento, per i quali propone e organizza «una nuova generazione di politici cattolici»? Chi non paga le tasse perché è fuori dallo stato, a maggior ragione non può rientrarci per governarlo.
Vedo invece che nelle "ipotesi" di ulteriori decisioni del "Salva Italia", inserite nella paginata di Rizzo e Stella, c'è il problema delle auto blu (troppe) e delle scorte (tante), a detrimento delle forze addette alla sicurezza dei cittadini. Ma sanno i due colleghi quanto costa allo stato italiano e al comune di Roma il servizio scorta e sicurezza per le alte gerarchie ecclesiastiche, che pure dispongono di propri mezzi di trasporto e di proprie polizie? Facciano una telefonata a Gianni Alemanno, o ai precedenti sindaci di Roma. Sono cose che cominciano a ribollire, ieri denunciavano l'esentasse i radicali con Staderini, Il Fatto Quotidiano e i moderati del Riformista. Solo i giornali della grande borghesia tacciono. Tutto ciò detto, gentile signora, restiamo del parere che, come scriviamo in altre pagine di Europa ricordando le manovre "lacrime e sangue" di Quintino Sella, noi siamo del parere che la manovra "Salva Italia" vada accolta pur nella sua attenuabile durezza, anche per dare agli italiani il senso reale della situazione.
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