Lettera - Nuovi reati, vecchie prigioni

Dalla Rassegna stampa

Caro Colombo, guardo il Tg (5 novembre) e resto di stucco. La prostituzione adesso è reato. È vero che con la maggioranza a pezzi alla Camera, tra il dire dei ministri (in questo caso Maroni) e il fare del Parlamento c’è di mezzo il mare. Ma l’idea è folle. Parliamo di un numero molto alto di persone da avviare verso prigioni già crudelmente, insopportabilmente affollate. Il disastro sarà inevitabile.
Alfonso
 
Anch’io sono stato colto di sorpresa. Tra governare male e creare disastri c’è uno spazio che è stato ancora una volta colmato. Il ministro dell’Interno che ha avviato la caccia in mare non solo ai clandestini ma anche ai superstiti di guerre e massacri con pieno diritto di asilo, adesso vuole risolvere il problema della prostituzione avviando in carcere una folla di colpevoli di reato. Naturalmente cerca immigrati e "comunitari" (Rom) da espellere. È una folla che andrà ad aggiungersi al pienone di ragazzi colpevoli di droga e a tutti gli altri illegali veri o presunti. Un incosciente Consiglio dei ministri ha affrontato (e aggravato) con un gesto solo due grandi problemi, carceri e prostituzione. Li ha legati l’uno all’altro e li ha resi entrambi più gravi. Per colmo d’ironia lo ha fatto mentre si è scoperto che il presidente di quel Consiglio dei ministri si circonda di prostitute giovanissime in casa sua. Che io sappia soltanto un piccolo gruppo in Parlamento e un piccolo (ma non tanto) partito nel paese si occupano a tempo pieno dei due problemi. Parlo dei Radicali. I Radicali insistono con tenacia, ma anche con una continuità che dovrebbe provocare vergogna negli autori del disastro, sulle condizioni delle carceri. Lo descrivono dai due punti di vista: la vita disumana nelle carceri troppo affollate. L’affollamento dovuto in gran parte a chi in carcere non dovrebbe stare. Deputati esperti del tragico problema, come Rita Bernardini, si indignano ancora di più quando parlano di nuove carceri "in costruzione". Sono più improbabili dell’Expo di Milano. Dei progetti non c’è traccia e anche soluzioni minime distano anni dalla sofferenza di oggi, destinata a continuare e a crescere. La prostituzione come fenomeno che dilaga nelle città e lungo molte strade provinciali di campagna è l’altro problema che i Radicali conoscono bene perché ne fanno, anche a Radio Radicale un problema di diritti umani e civili e non di quartieri a luci rosse o di ritorno alle case chiuse. La soluzione indecente di Bobo Maroni crea un problema più grande in tutti i sensi, dalla quantità necessaria di forze di polizia (a cui sarebbe meglio dare prima, risorse adeguate e benzina) alla possibilità burocratica di prendere in carico le persone arrestate, a quella giudiziaria di procedura e di dibattimento, nei vari gradi di giudizio. Un passo in più verso il basso della cosiddetta "patria del diritto", una odiosa e finta risposta semplice" di questo governo, degna dei rifiuti di Napoli e delle macerie dell’Aquila.

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