Lettera - Non voglio morire democristiano

Dalla Rassegna stampa

Caro onorevole Fini, cara Futuro e Libertà, scrivo questa lettera aperta esprimendo il mio pensiero nel caso non facessi il giornalista. Un pensiero, dunque, solo teorico, visto che come tutti i giornalisti sono anni che non mi reco alle urne.
 Ho 36 anni e da quando ho avuto la possibilità di votare, l’ho fatto sempre sbarrando i simboli del centro destra. Anzi, per essere più preciso, ho votato sempre per il partito di cui faceva parte Gianfranco Fini; e l’ho fatto esclusivamente per lui, Gianfranco Fini. Sostegno che non è venuto meno nemmeno quando il Presidente della Camera ha deciso di rompere con l’attuale governo.
 Questo lungo preambolo serve solo per dire che c’è qualcosa che non mi torna. Proprio adesso che il momento (tanto agognato) in cui potrò finalmente votare per Gianfranco Fini e basta sembra arrivato, non sono così sicuro di farlo. E pensare che ero passato sopra alle continue esternazioni di Bocchino e Granata, fastidiose nel ritmo e nei contenuti. Ero passato sopra ad una guerriglia francamente poco onesta politicamente (avrei preferito una rottura secca). Ero passato sopra a tutto, ma non credo che rimarrò indifferente alla nascita del Terzo Polo. Nel senso che il Terzo Polo potrebbe risultare decisivo per la mia prossima scelta alle urne. Che alla luce dei fatti rischia di essere un "non" scegliere Fini.
 Che cosa c’entriamo noi con Casini, Lombardo e Rutelli? E per "noi" non intendo i nostalgici dell’An che fu, bensì quelli che come me guardano al "futuro" che sta nel nome del nuovo partito come ad un elemento fondamentale, quelli che vedono in esponenti come Della Vedova la possibilità di avere su determinati temi posizioni nuove e in contrasto con il medioevo culturale che il Vaticano da sempre ci impone. E noi che guardiamo al futuro non capiamo per quale motivo dovremmo metterci in "società" con Casini, Lombardo e Rutelli. Il primo grande interprete della concezione democristiana della politica, il secondo espressione massima del voto clientelare, il terzo trasformista se mai ce ne è uno. Insomma, tre personaggi, che poco c’azzeccano con la parola "futuro" visto che sembrano legati al passato della nostra politica. E poi, come ci si può difendere dall’accusa di essere un voltagabbana se si imbarca uno come Rutelli (senza nulla di personale) che è stato - tra le varie cose - verde, radicale e vicepremier di Prodi. E per di più lo si imbarca in una nave che ci ribadiscono navigherà nel centro-destra. Con Rutelli? Con Lombardo, che pur di rimanere sulla poltrona si fa appoggiare dal Pd? Con Casini che alle regionali è stato un po’ qua e un po’ di là, secondo la ratio del più probabile vincitore?
Ma per piacere. Caro presidente Fini, non voglio morire democristiano. E lo stesso discorso vale pure per chi come mio padre, democristiano vi nacque.

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