Lettera - Multe salate per i manifesti elettorali Ma alla fine nessuno pagherà

Caro Besana, a Milano, su iniziativa del consigliere comunale dei Radicali Marco Cappato, sono fioccate multe da brivido a candidati alle ultime elezioni amministrative, sia di maggioranza, sindaco compreso, sia di opposizione, in base a una legge assurda. È vero che ci troviamo nella fase dell'antipolitica, però qualsiasi multa deve essere proporzionata all'infrazione che è stata effettuata. Esporre i manifesti due giorni prima non può assolutamente capovolgere l'esito della campagna elettorale e delle elezioni. Sono multe di centinaia di migliaia di euro, in quanto calcolate su ogni singolo manifesto esposto sugli appositi tabelloni, installati, si noti due mesi prima dell'affissione in vista della corsa a Palazzo Marino. A questa stregua andrebbe multato anche il Comune di Milano, che ha issato tabelloni elettorali con così tanto anticipo, inducendo numerosi candidati, nella selva inestricabile delle nostre leggi, a esporre i manifesti con due soli giorni di anticipo. È una legge che va modificata e che reclama una sanatoria per la situazione specifica.
Bruno Mardegan Milano
Caro Mardegan, nessun partito ha mai pagato per intero le multe per le affissioni elettorali abusive. Lo dimostra l'entità delle sanzioni, che sono salatissime proprio perché nessuno rispetta le regole, soprattutto se vince. L'assegnazione degli spazi sui tabelloni ha lo scopo di mettere le forze in campo su un piano di parità e di evitare che i muri cittadini vengano ricoperti da slogan e faccioni. Due giorni in più o in meno non cambiano niente. Un po' d'ordine tuttavia servirebbe. Quel che manca è il senso civico. Se Cappato avesse fatto l'assessore non avrebbe forse avuto niente da ridire.
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