Lettera - L'Ici e il non profit / 3 libertà di educazione

Gentile direttore, le lobby anticattoliche, capeggiate dai radicali, fanno pressione perché anche le scuole cattoliche vengano considerate "attività commerciale" soggette al pagamento Ici/Imu, come se non svolgessero un servizio pubblico. Va ricordato che in tutta Europa le scuole non statali di ispirazione religiosa o laica sono finanziate dallo Stato in modi diversi; in Francia per esempio lo Stato paga gli stipendi agli insegnanti. In questo modo, rendendo ogni scuola accessibile a tutti, viene garantita la libertà di educazione. In Italia questo genere di scuole fanno risparmiare allo Stato circa 6 miliardi di euro all'anno e in cambio ricevono solo briciole (500 milioni circa). Se dovessero chiudere, il sistema scolastico statale non sarebbe in grado di assumersi l'onere di accogliere un milione di studenti in più. Si pensi solo alle 8 mila scuole dell'infanzia spesso gestite anche da personale volontario. A questo punto comincio piuttosto ad augurarmi che il governo abbia il coraggio di togliere un "privilegio" ai radicali che per Radio radicale usufruiscono dallo Stato di 10 milioni di euro ogni anno, in aggiunta ai 4 che già ricevono come contributo all'editoria di partito.
Goran Innocenti
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