Lettera - Intollerabile confusione su Ici, Chiesa, non profit

Caro direttore, ho letto e condivido pienamente la sua ultima risposta al sacerdote di Bibione (Avvenire del 15 febbraio), sull'esenzione da Ici/Imu per le attività senza fini di lucro (anzi, a fini di bene) della Chiesa e di ogni altra realtà ugualmente esentata (dalle altre confessioni agli enti di cultura, dai teatri alle sale da concerto, dalle sedi sindacali a quelle politiche, e perfino ai musei!), in base alle leggi vigenti. Ma che vuole la Commissione Europea, mal prevenuta dai soliti radicali? A proposito dei radicali, con la scusa che trasmettono cronache parlamentari, benché vi aggiungano anche la più acerrima battaglia culturale contro la Chiesa cattolica e la Santa Sede, ebbene essi hanno visto rinnovato anche da questo Governo il loro cospicuo sussidio annuo, benché da molto tempo esista Gr-Parlamento della Rai che svolge tutto il giorno quel servizio pubblico. Ma ciò che desta stupore e preoccupazione è l'ignoranza (malafede?) di chi, come la conduttrice del Tg de "La7" del 16 febbraio, alle 13.30, titola e parla di questione della tassa sugli immobili del Vaticano (aggiungo anch'io un "Sic!", come Umberto Folena), con la diffusa e inconcepibile confusione fra Vaticano (Stato indipendente sotto la sovranità della Santa Sede) e Chiesa cattolica in Italia. E forse si vorrebbe fare carta straccia del Trattato, anche riguardo a luoghi ed edifici extraterritoriali sparsi in Roma? E anche in Italia? Chi è oggi al corrente che godono dell'extraterritorialità, oltre alla Villa Pontificia di Castel Gandolfo, anche i Santuari di Pompei, Loreto, Assisi (S. Francesco) e Padova (S. Antonio)?
William Giampietro Roma
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