Lettera - Governo in agonia, ma...

Cara "Liberazione", il governo Berlusconi alla fine è riuscito a sopravvivere a stento, ottenendo la fiducia per soli tre voti. Il Cavaliere può provvisoriamente gioire, ma il Paese è stanco, arranca, ha negli occhi tutta la sofferenza della gente comune: la cupa prostrazione dei disoccupati, espulsi con violenza e volgarità dal tessuto sociale; la indigenza e il dolore dei precari del lavoro, costretti a naufragare in un mare di incertezze; la rabbia degli studenti, dei ricercatori, dei precari della scuola, considerati alla stregua di numeri da "trattare" con asfittica mentalità aziendale. Un governo decisamente fallimentare, il cui unico intento è quello di prolungare l’agonia, di continuare nonostante tutto il mandato. Berlusconi vorrebbe allargare la maggioranza, aprendo all’Udc di Casini e Buttiglione. Magari, se riuscisse a convogliare stabilmente fra le fila del centrodestra l’inossidabile "partito della vita", il premier potrebbe contare in un apporto più diretto per caratterizzare con venature di esasperato conservatorismo l’istituzionale "agenda bioetica" Il premier annuncia fin d’ora che l’esecutivo "girerà a pieno regime" e che metterà mano alle riforme. Siamo certi fin d’ora che il regime non sia minimamente interessato a combattere la grande evasione fiscale. Eppure, come sottolinea Carlo Troilo dell’Associazione "Luca Coscioni", dalla convinta lotta ai grandi evasori si potrebbero recuperare cospicue risorse da impiegare per far funzionare doverosamente la scuola, l’università, la ricerca, per produrre una giusta riforma del Welfare. Siamo sicurissimi che questo rinato e risanato governo non avrà il vigore necessario per tutelare opportunamente la laicità dello Stato, per fare un tesoro dei "nuovi diritti" (scelte di fine vita, revisione della legge 40, unioni di fatto, leggi inclusive e non razziste sugli immigrati, razionale e umano piano carceri).
Marcello Buttazzo Lequile (Le)
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