Lettera - Formigoni, Cota e le firme false

Dalla Rassegna stampa

Caro Colombo, credo di sapere che il governatore della Regione Lombardia dovrebbe avere un problema di firme false in numero abbastanza grande da dichiarare illegittima la proclamazione della sua vittoria. Lo so, perché lo sanno tutti. Ma non è successo niente. Credo di sapere che il governatore della Regione Piemonte aveva ottenuto la maggioranza e dunque la vittoria con il sostegno indispensabile della lista "Pensionati per Cota".

Pochi giorni fa il capolista Michele Giovine è stato condannato per falso ("falsità nella accettazione delle candidature") eliminando quasi 28 mila voti per Cota (che ha vinto con poco più di 9.000 voti di vantaggio). Ma anche in questo caso non è successo nulla. Ma legge e sentenze in questo Paese non contano più? (Costanzo)

Risposta di Furio Colombo: Diciamo che forse il caso di Torino è troppo fresco. C'è da immaginare che tutta la opposizione della assemblea regionale Piemontese si rivolti e pretenda, come da suo diritto, la decadenza di questa legislatura e nuove elezioni.

È vero che quella stessa opposizione è stata molto quieta a Milano. E, stranamente, persino dopo la straordinaria vittoria di Giuliano Pisa pia nelle elezioni comunali che hanno liquidato la Moratti, non c'è stata alcuna richiesta di rivedere le ormai celebri firme false del "listino" di Formigoni, ovvero della lista personale del presidente. Insomma la situazione di Milano appare anche più grave di quella di Torino (benché entrambe appaiano fuori legge) eppure si notano questi due fatti: da un lato i partiti non fiatano. Dall'altro i giornali e le televisioni sono di una gentilezza imbarazzante. Mai che un giornalista di tutta l'area lombarda si lasci andare a chiedere anche solo un chiarimento a Formigoni. Che sia imprudente, specialmente per i colleghi più giovani, che hanno tutta la loro vita professionale davanti? Eppure Formigoni è personaggio gradevole, veste a fiori, e finché la stagione l'ha consentito, è apparso in tutte le trasmissioni dette di approfondimento, mostrando serenità e sorrisi, e mai nessuno si è sentito, anche dalla sinistra estrema e cattiva, di scalfire quel buonumore.

Facciamo una prova. Vediamo se la questione Torino, dove una sentenza costringe la opposizione a opporsi, finirà per contagiare Milano, dove prevale la perfetta armonia tra fiori e sorrisi di una parte e fiori e sorrisi dell'altra. Per ora solo i Radicali, con quel testone di Marco Cappato, insistono noiosamente con le prove del falso.

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