Lettera - In fondo, Fiorito e camerati sono dei Berlusconi di paese

Dalla Rassegna stampa

Cara Europa, ho visto su internet alcune immagini di Franco Fiorito, tratte da una documentazione sulla sua attività di sindaco di Anagni, che fece stampare quando da federale della cittadina puntò al malloppo della regione. Si tratta dei baciamano al cardinale Sodano mandato dal papa per i 700 anni dello “schiaffo di Anagni”, quando un principe Colonna aggredì Bonifacio VIII per non so quale sopruso vero o presunto. Si continua con le gare in motociclo, i viaggi con amica russa rigorosamente bionda, il saluto ai vecchi, lo scuolabus per ragazzi e quant’altro può riempire la vita di un giovane garzone di provincia che diventa “primo cittadino”. A me ricorda, fatte le dovute proporzioni, il celebre libro fotografico che Berlusconi fece stampare per illustrare (quasi) ogni momento della sua vita, mi pare si chiamasse Una storia italiana, e diffondere in tutte le case prima delle elezioni: compresa la mia, dove fu sfogliato e cestinato. Ma mi chiedo: ha fatto scuola fin nei villaggi ciociari il cavaliere di Milano? E siamo sicuri che, con tale seminagione, non ce lo ritroveremo fra i piedi alle elezioni, scortato come Dioniso dai soliti satiri e menadi inneggianti al dio? Bersani, Renzi, Puppato, Tabacci, Vendola, il silente Prodi ci pensano qualche volta?
Amedeo Medea, Roma

Caro Medea, non so se ci pensino qualche volta o spesso. Non ho notizie. Comunque, le ricordo che il male italiano della seminagione, diffusa da Mussolini nel Novecento e poi da Berlusconi, dimostra che la semenza è sempre la stessa: l’ego delirante, che autoesalta il forte e gli fa chiedere al popolo il “comando” (non gli basta il governo); e piega il popolo, contento di farsi comandare da un duce, un cavaliere, un federale. Lei ricorda che Fiorito ha avuto 27 mila voti di preferenza? A personaggi di tal fatta vanno spesso le preferenze di parte notevole di cittadini. Se ne dovrebbe dedurre, dagli altri, la necessità di muoversi compatti per evitare che il disastro si ripeta, invece di litigare come da abitudine altrettanto secolare.
La gente che ama i condottieri non solo premia il loro presenzialismo, ma dimentica anche le loro omissioni: che, come nel libro-vita di Berlusconi, anche nella storia illustrata di Fiorito non mancano: per esempio, quelle di quando, coi giovani fascisti del Msi-Fronte della gioventù, mentre i leghisti agitavano in aula i cappi contro i politici di tangentopoli, circondavano Montecitorio («Siete circondati, arrendetevi») e bombardavano di monetine Craxi: che aveva detto, come oggi Berlusconi, alzi la mano chi non ha preso soldi per il partito. Questa gramigna mussolinianaberlusconiana- fioritiana, che da un secolo avvelena la nostra terra, ce la troveremo tra i piedi alle prossime elezioni. I sondaggi danno il Pdl al 20 per cento, il Pd al 25-26.
Come vede, non c’è da scialare, e di solito le guerre civili sono uno scialo. Tra l’altro costringono i leader a trascurare le cose serie: quali sarebbero oggi, per dire, un viaggio di Bersani in Sardegna a vedere le condizioni degli isolani, derubati dai miliardari del cemento, dal superamento di industrie nate dall’autarchia, dal mancato impegno per una politica di moderno sviluppo dell’agricoltura: che potrebbe trasformare tantissimi giovani, con o senza laurea in agraria, in produttori. (Attori, artisti, giornalisti, che ne hanno avuto la possibilità, sono orgogliosi dello loro stalle, cantine, frantoi, produzioni tipiche, perché non hanno complessi d’inferiorità verso la terra). O un viaggio a Taranto, dove la più grande acciaieria d’Europa è alla mercé di qualche burocrate-magistrato che pensa con un colpo di penna di poter abolire il lavoro e quindi la sopravvivenza di decine di migliaia di operai, tecnici e famiglie. Cosa pensa il Pd di Taranto, cosa della Sardegna, cosa della Liguria che se ne scende a mare, cosa dell’Emilia (o dell’Aquila) dove nulla è stato fatto dai governi Berlusconi e Monti dopo i terremoti? Se ne parlerà nei programmi delle primarie? La politica dovrebbe avere l’umiltà positiva di riempirsi di queste cose “terra terra”, altrimenti rischia le nuvole e il disastro come Romney, aspirante presidente Usa, che propone di aprire in volo gli oblò degli aerei, per... rinnovare l’aria.

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