Lettera - La farfalla di Belén e il tripolarismo all'amatriciana

Mentre la tv pubblica ci stordiva di Sanremo e l'italiano medio si cavava gli occhi su Internet alla ricerca della farfallina di Belén, un patetico Cerbero si aggirava per i Palazzi, tra festicciole e rinnovata complicità. Sono stati visti spesso a braccetto, Alfano, Bersani e Casini, l'abc della moderna partitocrazia: erano insieme all'ambasciata italiana presso la santa sede, dove il 16 si è festeggiato (sic!) il Concordato tra Mussolini e il Vaticano. Gira voce che A, B, e C stiano lavorando alacremente a una nuova prelibatezza gastropolitica: il tripolarismo all'amatriciana. Ora si tratta soltanto di togliere dall'antica ricetta alcuni ingredienti piccanti. Per non far impazzire la salsa cattolica, intanto, andrebbero banditi i cosiddetti "temi sensibili", che a noi ancora piace chiamare "diritti civili". Poi, per mantenere la cottura, occorrerà far chiudere alcuni giornali sinistri e limitare il numero di parlamentari, in modo che rimangano fuori perlomeno gli otto o nove difensori di quei diritti: i Radicali. I quali gridano inascoltati la parola "laicità": ma quel suono somiglia al crepitio delle fiamme che ancora avvolgono Giordano Bruno, come ogni 17 febbraio, dal 1600.
Caro Izzo, a proposito di farfalle (e di religione) ho letto ieri un bel pezzo di Aldo Grasso sulla prima pagina del Corriere della Sera in cui il tema farfallesco viene affrontato con ampio uso di citazioni letterarie. Mi permetto di aggiungerne una, prestigiosa in quanto dantesca, dove, nel X del Purgatorio, "l'angelica farfalla" diventa, classicamente, un'allegoria dell'anima: "Non v'accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla". Non è perciò da escludere che lo spacco di Belén possa essere interpretato in chiave teologica. Alla Celentano insomma.
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