Lettera - "Ecco perché non mi arrendo"

Caro Direttore,
nel tuo editoriale, riferendoti alle vicende che hanno riguardato il Consiglio regionale del Lazio, parli di crisi politica che si trasforma in avanspettacolo. Sono d’accordo solo in parte, nel senso che considero molto tragico e poco comico quanto accaduto. Mi auguro che i magistrati accertino velocemente i fatti, senza indulgenza alcuna. Lo desidero, prima di tutto come privata cittadina. E naturalmente come Presidente della Regione Lazio. Sul piano politico è intollerabile e indecente quanto accaduto e quanto abbiamo appreso via via dagli organi d’informazione. E poiché il ruolo della politica è dare risposte, in Consiglio regionale e in Giunta ho chiarito e agito immediatamente per fare in modo che tali episodi non possano più ripetersi. Le dimissioni? Se il Consiglio regionale non adotterà le misure che abbiamo approntato, che porteranno il Lazio ad essere tra le regioni più virtuose d'Italia, recuperando quel pensiero alto che dovrebbe ispirare la politica, allora non ha senso che l’Assemblea regionale resti in carica. Poiché ho il potere di staccare la spina non aspetterò un minuto se non saranno varate le misure che abbiamo messo in campo. Ma anche questo non è sufficiente.
I partiti devono fare la loro parte, con responsabilità e determinazione. Non spetta a me intervenire sulle organizzazioni politiche. Ma i partiti hanno il dovere di intervenire al loro interno per fare chiarezza e pulizia.
Dobbiamo tornare a poterci guardare negli occhi, con fiducia e trasparenza. Solo così l’azione di governo può essere veramente forte ed efficace. Questa è l’altra risposta che mi aspetto.
Altrimenti, anche in questo caso, non avrebbe senso restare e sarebbe giusto che la parola tornasse ai cittadini. Dobbiamo dare risposte. Ora, non tra un mese, un anno o chissà quando.
Come vedi non c’è stato nessun balletto delle dimissioni e non c’è nessuna trattativa. Le voci che si sono accavallate, le dimissioni annunciate o ritirate, gli incontri segreti, sono notizie fasulle come patacche. Nei giorni scorsi, a un certo punto è girata la voce che sarebbe stata convocata addirittura una conferenza stampa dove avrei annunciato le mie dimissioni. Anche questo fa parte dell’avanspettacolo.
Mi spiace che tu abbia dovuto cambiare il giornale più volte, ma non dipende da me. Si è inseguita una notizia che non c’era, mentre, in questi ultimi due anni, con l’eccezione de Il Tempo e di pochi altri, non si è quasi parlato per nulla delle notizie vere e importanti, come la conferma da parte delle agenzie di rating dell’affidabilità della Regione Lazio, grazie all’azione positiva che abbiamo svolto, o degli interventi che hanno permesso di dimezzare il deficit della sanità e di contenere il debito della regione che quando mi sono insediata ammontava a 25 miliardi di euro. Se tutti sono uguali, allora nessuno è colpevole. E io non ci sto a questo piano inclinato, a questo declino culturale e morale. Soltanto la consapevolezza e la conoscenza dei fatti può aiutarci a comprendere e a scegliere da che parte stare. Conoscendoti so che è anche il tuo pensiero. È questa la sfida che abbiamo davanti. Ed è questa la sfida che possiamo e dobbiamo vincere.
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