Lettera - Ecco perché è ancora così difficile essere donna

Se fossi donna potrebbe succedermi di dover affrontare anche una sola volta nella mia vita la tragica esperienza di un aborto. Se fossi donna, mi arriverebbero quotidianamente i consigli e gli insulti di una banda di uomini vestiti di tonache ora nere, ora bianche, ora viola, che per voto non si “accompagnano con donne” e che per sesso non possono aver sperimentato una gravidanza, né un aborto. Quelle stesse persone possono negarmi la “pillola del giorno dopo” o la Ru486, rendendo la mia scelta ancora più dolorosa. Se fossi donna e rimanessi incinta e volessi abortire, prima mi rivolgerei a un avvocato penalista per sporgere querela contro chi mi impedisce e mi diffama, accusandomi di omicidio, di barbarie, di terrorismo, di nazismo, soltanto per aver deciso della mia vita con consapevolezza e senza infrangere nessuna legge dello Stato in cui vivo. Se fossi donna, mi rivolgerei allo Stato italiano e chiederei un intervento diretto nei confronti di chi, da un altro Stato, si permette un’aggressione e una violenza simile, contro di me e contro tutte le donne. Se fossi donna, sarei angosciata per quanto ancora è gravoso essere donna nel XXI secolo.
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