Lettera - Dove sono?

Caro Colombo,mi aiuti a capire una cosa: siamo in un prima o in un dopo? Stiamo andando verso un meglio o verso un peggio, e questo paese, a parte la crisi di tutti, è in salita o in discesa? Vincenzo
A racchiude tutta un' epoca della storia, non solo italiana. Gli Stati Uniti hanno alle spalle il sangue, la guerra spaventosa e inutile dell'Iraq (lo dimostra in ogni conversazione Marco Pannella. Saddam era stato persuaso all'esilio. Ma poiché è una storia vera nessuno la vuole ascoltare) e davanti una crisi non finita, un paese lacerato, un presidente coraggioso e nuovo combattuto con un odio senza precedenti.
L'Inghilterra ha perduto un governo laburista blando ( l'inetto Brown) per vivere con il modesto Cameron. Del credo conservatore ha portato tutto il vecchio arsenale: tagli crudeli dovunque la società ricca non soffre e nessuna idea, visione o riforma.
La Germania è un passo davanti a noi. Sta in un precario equilibrio fra prima e dopo, fare o non fare, calcolare ogni minimo gesto per non far cadere l'equilibrista immobile. La Francia è tormentata da una insurrezione violenta che io interpreterei casi: non tanto contro una brutta e affrettata riforma delle pensioni quanto in risposta al modo di governare gretto, ottusa, inutilmente arrogante di Sarkozy.
L'Italia è peggio perché viene dal brutto ( il non governo del tutto privo di idee e pieno di ego di Berlusconi e cloni piccoli e grandi della sua stessa immagine) e corre nel vuoto. Tutti i non Berlusconi si cercano e sbattano contro ciò che li separa: le cose non dette, le decisioni non prese, gli impegni non mantenuti o clamorosamente abbandonati, come quelli a garanzia dello legalità e del lavoro. Troppo pessimista?
Mi difenderò con una frase in cui credo: L'uscita dal peggio avviene spesso all'improvviso, inaspettata, senza previsioni sociologiche e senza annunci. Altrimenti quel poco di civiltà che abbiamo non sarebbe giunto fino a noi.
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