Lettera, Davvero è stata Emma a far uscire Paola dal Pd?

Caro Orlando, Paola Binetti ha deciso di lasciare il Pd e trasmigrare nell`Udc di Casini. Dopo anni di incomprensioni, di dissapori di vario tipo, la deputata teodem è giunta ad una sintesi definitiva: «Non posso restare in un partito egemonizzato nel Lazio dalla Bonino». I saldi principi e l`impegno integrale d`una cattolica integerrima venivano davvero "minacciati" dalla leader
radicale? Insomma, è stata davvero Emma a fare fuggire Paola? O, più verosimilmente, a determinare la fuoriuscita sono state le idee rigorosissime e la cultura poco morbida della deputata ipercattolica, che dei cosiddetti valori non negoziabili fa il suo scalpitante cavallo di battaglia? Di fatto, un politico come la Bonino, aperta alla filosofia del possibile, da sempre rispettosa delle diversità e del fecondo pluralismo dei modelli morali, può solo attrarre, diciamo pure sedurre. La
politica, muovendosi sui mutevoli scenari del probabile, dovrebbe sempre aderire a valori negoziabili, a ricchi principi morali, incorniciati in un relativismo composito. Il politico rappresenta il popolo e non può non esprimere sentimenti, bisogni, attese di tutti. La Binetti ribadisce ancora una volta con orgoglio d`avere combattuto «tutte le battaglie sul fronte opposto a quello della Bonino». È vero. Emma non si sognerebbe mai di frustrare la libertà di scelta delsoggetto e della donna, non si sognerebbe mai di tarpare irreversibilmente le ali alla ricerca scientifica. Una come Emma non direbbe mai che l`omosessualità è una «devianza dalla norma» o un «disordine soggettivo della sessualità». MARCELLO BUTTAZZO, LEQUILE (LE)
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