Lettera – Corruzione e dintorni

Caro Furio Colombo, Bersani, nella sua lettera di risposta a Travaglio, parla di "riforme che tolgano possibilità alla corruzione" e di introdurre nei partiti "meccanismi di garanzia e di limitazione del rischio". Ma non basterebbe togliere al mestiere politico tutti i privilegi attuali e ricondurlo al pari di un qualsiasi altro mestiere? Non basterebbe rendere la politica non più appetibile a coloro che desiderano il guadagno facile alle spalle dei concittadini e che mirano solo ad assicurarsi vitalizi d'oro stando seduti per qualche anno in Parlamento?
Lucia
La lettera di Lucia è utile sia per sostenere il suo appello, sia per chiarire una sovrapposizione di realtà diverse. Provo a dirlo per punti, non per risolvere il gravissimo problema, ma per chiarirlo.
Primo: i meccanismi di garanzia sono stati da tempo proposti dai Radicali, anche prima ancora che alcuni di essi fossero eletti alla Camera e al Senato: la trasparenza assoluta sia dei bilanci del Parlamento, sia delle posizioni personali dei deputati e senatori, prima, dopo e durante il loro passaggio in Parlamento. Meccanismi proposti, ho detto, ma non adottati. Non fino ad ora.
Secondo: tranne la trasparenza e il rendiconto, non esistono "riforme che tolgano possibilità alla corruzione"; così come non si possono sradicare dal mondo il male e (direbbero i credenti) il peccato. Come ogni giorno apprendiamo dai giornali, i giudici devono addentrarsi in lunghe e complicate indagini per svelare e trasformare in imputazioni gli atti illegali. La battaglia in corso contro le intercettazioni ci dice quanto queste indagini siano temute, ma anche che la corruzione non è né pubblica né facile, né identificabile a prima vista. O almeno non sempre.
Terzo: la corruzione avviene quasi sempre per cifre immensamente più grandi di quelle che costituiscono "i privilegi attuali" di cui parla Lucia. Chi entra in politica con progetti, propositi o accordi di corruzione non è attratto dagli stipendi e dai vitalizi, è interessato alle centinaia di milioni di euro che derivano da certe avventure che richiedono partner politici assieme a professionisti, magistrati, alti ufficiali di armi diverse, alti burocrati. Per fortuna il lavoro dei giudici e la cronaca dei pochi giornali che raccontano con coraggio, continua a svelare vicende illegali, a volte di proporzioni immense, per depredare lo Stato.
Quarto: il problema di stipendi e vitalizi, tutto da rivedere in modo drastico secondo un consenso che diventa sembra più esteso, non fa parte della corruzione, e proprio per discuterlo a fondo in modo adeguato, sarebbe bene non confondere una cosa con l'altra. Resta però il fatto che la trasparenza assoluta di ogni situazione che comporti pagamenti pubblici, ad ogni livello, è il primo passo per sapere, impedire, rendere impossibile tutto ciò che è illegale. E per rimettere in proporzione tutto ciò che - così come è - appare inaccettabile.
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