Lettera - La chiesa, il Papa e la nostra pace

Dalla Rassegna stampa

Pierguido Viterbi
Milano

Leggo su La Repubblica che è rischio caos per la visita del Papa. Pare sia previsto un milione di pellegrini. Mentre ben poche famiglie si sono dichiarate disposte ad accoglierli, il Comune laico e di tutti, ha già dato la disponibilità di palestre, centri sportivi, aule scolastiche eccetera. Chi pagherà tutto questo? I milanesi, senza distinzione ovviamente. E perché dovrebbero farlo? Perché, come dice nell'articolo monsignor De Scalzi, sarà una grande festa della condivisione. Ecco, con tutto il rispetto, ci sono tante persone in questa città che non condividono affatto la concezione della famiglia proposta dalla chiesa romana, i dogmi e le superstizioni su cui si fonda, e men che mai il culto della personalità che la chiesa rende ai pontefici. Lasciar stare chi cristiano non è, è chiedere troppo?

Va bene, la chiesa a volte dimentica la «non ingerenza» dei tempi di Cavour e invoca una fede - come quando sono stati negati a Roma i funerali a Piergiorgio Welby che non sembra basarsi sull'amore di Dio e sui vangeli, ma su altro, bassa macelleria politica compresa. Eppure credo che il Comune faccia non bene, ma benissimo ad aiutare i pellegrini. Le famiglie cattoliche si stanno organizzando per dare ospitalità, lo fanno capillarmente, chiesa per chiesa: vedrà che ne saranno sistemati tanti. Ma è l'ignorarsi, il voltarsi le spalle, proposto da lei, a non servire. Specie oggi.

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