Lettera - Il caso Saddam

Dalla Rassegna stampa

Caro Romano, qui in Inghilterra la Commissione Chilcot sta per giungere alle sue conclusioni sulla guerra in Iraq con riferimento al ruolo del governo Blair. Non le pare che la Commissione guidata da John Chilcot si sia distinta soprattutto per le questioni che ha affrontato? Non doveva, anzitutto, cercare di capire perché Blair, insieme a Bush, ha boicottato il possibile esilio di Saddam che, secondo osservatori e politici come Marco Pannella, ci avrebbe risparmiato una guerra? Possiamo concludere che la Commissione ha violato il «diritto alla verità» che si sta facendo strada nel diritto internazionale? Quali sono le sue opinioni sull'opzione dell'esilio dei dittatori, opzione che presto si potrebbe ripresentare con la Libia?
Claudio M. Radaelli University of Exeter

Credo che Bush volesse la guerra e non fosse disposto a prendere in considerazione altre soluzioni. Ma non sembra d'altro canto che Saddam Hussein, a sua volta, fosse disponibile ad accettare l'esilio. La proposta di Pannella servì ad agitare le acque della politica italiana, ma non ebbe ripercussioni internazionali. L'esilio del dittatore può essere un'utile via d'uscita. Ma occorrerebbe che la comunità internazionale fosse in grado di garantirgli l'impunità. Altrimenti farebbe bene a mettersi d'accordo con un capo di Stato amico e compiacente, come è già accaduto in passato.

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