Lettera - Caro manifesto, o cambi o e meglio che chiudi...

Dalla Rassegna stampa

Cari compagni del manifesto, il giornale così non ci piace, non ha linea politica, non ha linea editoriale non si capisce a cosa serva; o cambiate strada o è assurdo chiedere nuove sottoscrizioni. È meglio che il giornale chiuda. Come cambiare strada? Per esempio nominando direttore il musicista Daniele Sepe.
 Più o meno è questo il riassunto di una lettera inviata al quotidiano da un gruppetto di una settantina di militanti politici e intellettuali di sinistra molto critici con il manifesto. Tra le firme più note quelle di Oreste Scalzone e Franco Piperno, che - tanti anni fa - fondarono Potere Operaio, e poi don Vitaliano della Sala, Francesco Caruso, Giovanna Ferrara, Angela Scaparo, Roberto Giuliani.
 Nella lettera, tra l’altro, si legge: «Gabriele Polo, direttore editoriale del Manifesto, apre l’ennesima sottoscrizione chiedendo ai lettori di salvare ancora una volta il giornale... Ma il giornale, negli ultimi anni, ha conosciuto una vera depressione, ha perso firme storiche che hanno preferito andare via piuttosto che assistere al proprio suicidio professionale, ritrovandosi ad essere un foglio senza identità, una copia dell’edizione precedente di Repubblica con qualche tocco di uno stanco sentirsi di sinistra. Pochi i reportage, confusa la linea politica, inesistente la linea editoriale. Si è simpatizzato per la Bonino, non si è approfondito il malessere operaio espresso all’indirizzo della Fiom... sono state cavalcate infine chine giustizialiste estremamente semplicistiche e sicuramente. poco in accordo con la testatina "quotidiano comunista", che pure si è scelto di mantenere. Il giornale ha perso la sua anima. È diventato, in breve, irriconoscibile... Per tutti questi motivi l’ennesimo ricorso ai soldi dei lettori appare ingiustificabile, senza contare che, per "pigrizia", non si fa nemmeno lo sforzo di chiarire le responsabilità, di dare i contorni di un progetto, di indicare la linea editoriale che si vuole sposare e il tipo di informazione che si intende dare....
 Dunque o cambia tutto o è meglio che si chiude. Se i lettori devono salvare ancora una volta il giornale allora è ad essi che bisogna rendere conto. Se i lettori sono i veri editori del Manifesto allora è a loro che deve essere data la possibilità di scegliere il proprio direttore...
 Poniamo, pertanto, da lettori una clausola a questa ultima sottoscrizione: vogliamo Daniele Sepe direttore. È un nome che proponiamo perché continua a stare dalla parte del torto, perché ha saputo trasformare la bacheca di un social network in un luogo di dibattiti vari (sul tramonto delle ideologie, su Pomigliano, sull’attualità di ripensare alla lotta di classe, sulla questione meridionale, sull’impossibilità di rispondere alla camorra con la ricetta "ordine e giustizia") proprio come vogliamo che faccia di nuovo il Manifesto, quotidiano comunista...»
 la lettera contiene molte altre critiche (anche personali, agli ultimi due direttori) alcune delle quali secondo noi - assai discutibili (come quelle sulle "spese superflue" e sulla attenzione eccessiva agli spettacoli). Rappresenta però il punto di vista di una area di sinistra forse un po’ - come dire? - "antica", ma sempre piuttosto prestigiosa.

© 2010 Gli Altri. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK