Lettera - Capezzone e i giudici elettivi

Dalla Rassegna stampa

Caro Furio Colombo, Daniele Capezzone, il tetro portavoce del Pdl, ha detto: "Se i magistrati vogliono contare si facciano eleggere". Urge risposta.
Vitaliano
 
Purtroppo non serve risposta perché la forza di personaggi come Capezzone (portavoce ufficiale ed effettivamente non allegro del Pdl, da non confondere con un personaggio con la stessa faccia e lo stesso nome che è stato segretario del Partito radicale) è di avere un solo percorso, un continuo, perentorio messaggio verso il mondo (sostenuto da un'ottima distribuzione del prodotto) ma nessun ritorno. Non vedono, non sentono, non ricevono. Parlano. Con un minimo di buon umore che lascia intravedere il "che cosa si deve fare per campare" di Bonaiuti; e un massimo di tristezza nel caso del Capezzone, portavoce triste, di cui stiamo parlando. In ogni caso il messaggio di Capezzone è parte di una grande bugia, di cui è ovviamente campione il bugiardo in capo Berlusconi. È la stessa gente che ti dice che negli Usa vai in galera se pubblichi intercettazioni, senza ricordare che cosa abbiamo saputo e ascoltato e letto della vita e dell'intimità familiare di John Gotti nei tanti processi (sei clamorose assoluzioni e una finale definitiva condanna all'ergastolo) durante tutto il lavoro del procuratore Rudolph Giuliani e del lavoro antimafia (detto "Pizza Connection") svolto insieme dai giudici Falcone (Italia) e Dick Martin (Stati Uniti). Molta tenacia e impegno anche nell'ignorare ogni volta l'intera vicenda Nixon, benché illustrata da libri e film ormai celebri. Ma torniamo al nostro Capezzone.
 
Come si sa i giudici elettivi esistono solo ad alcuni livelli (municipali e locali) della magistratura americana. Tutti gli altri, sia giudici sia procuratori, sono di nomina politica. E proprio per questo sono soggetti a un continuo scrutinio di opinione pubblica e di stampa così stretto e costante da costringere alle dimissioni al primo cenno di accusa "politica". Si tratta però di un Paese in cui la divisione dei poteri, e il pieno esercizio di ciascuno di essi verso gli altri, è tale che, quando è diventato impossibile completare il conteggio dei voti Al Gore-George W. Bush, è stata la Corte Suprema a decidere il vincitore (Bush) con una discutibile decisione che nessuno ha discusso e tutti hanno accettato a cominciare dallo sconfitto a tavolino Al Gore. Dire, in Italia o in tutta Europa, che i giudici, se vogliono imputare Berlusconi, devono farsi eleggere, è una frase priva di senso logico, storico e giuridico. È un errore logico perché confonde il voto cori il reato, che non si estingue neanche con una pioggia di voti. È un errore storico, perché finge di ignorare che, negli ordinamenti e nella tradizione europea, i giudici non sono mai stati eletti. Ma la celebre frase "Ci sarà un giudice a Berlino!" dimostra che il verdetto di un giudice era temuto persino in tempi di potere assoluto. È un errore giuridico perché i tre poteri, distinti e autonomi, sono il fondamento della democrazia. La pretesa di tornare sempre e solo alla volontà del popolo porta alla situazione in cui alla fine si è trovato Gheddafi. L'altra bugia clamorosa e ripetuta con una faccia tosta incredibile (ma non solo da Capezzone il triste) è: "Porteremo l'Italia più vicina alle altre democrazie". Le altre democrazie non lo pensano e cercano di scansare il riferimento. La loro opinione sull'Italia di Berlusconi può essere riassunta dalla frase che circola in tutta la stampa del mondo libero: "Ma perché gli italiani si tengono ancora un simile personaggio?".

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