La lettera al clero è pronta: "Attacchi forti, serve reagire"

Oggi la firma, e domani la pubblicazione. C'è «molta attesa» in Vaticano, ma anche «un forte senso di liberazione», come si coglie in un dialogo catturato dentro i Sacri Palazzi, per l'uscita della Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici irlandesi. La Santa Sede è ansiosa di difendersi sui casi di pedofilia nel clero. Ma soprattutto, diffondendo il pensiero del Papa, punta a «rimettere la barra nella giusta direzione», reimpostando la propria guida nella chiesa d'Irlanda e laddove gli scandali stanno minandola fiducia dei fedeli. Proprio per questo il documento conterrà, oltre a concetti come «scuse», «pentimento» e «rinnovamento», non solo considerazioni religiose ma precise «indicazioni pratiche» su come sanare la piaga.
Il Papa questa mattina siglerà dunque il provvedimento con il suo sacro sigillo, convinto di un passo che tutto il mondo cattolico attende con trepidazione, per il messaggio universale che la Lettera rivestirà, ben oltre i riceventi irlandesi. Il pontefice infatti appare sconcertato dalla vicenda, e anche scosso dalle reazioni che il caso sta suscitando.
Due giorni fa Benedetto XVI ha esaminato con attenzione il commento del teologo svizzero Hans Kúng, da sempre molto critico con il Vaticano, a pagina 2 della Suddeutsehe Zeitung, quotidiano di Monaco di Baviera che ben conosce dai tempi in cui era arcivescovo nella città bavarese, e che sfoglia comunque dopo la Frankfurter Allgemeine, giornale di impostazione più conservatrice con cui ogni giorno preiensce aprire la sua lettura della stampa. Ieri mattina ha letto ancora il testo di Kúng su Repubblica, dicendosi «deluso e amareggiato» dalla durezza delle posizioni del teologo, che lo richiamava alle sue «responsabilità» sui silenzi della Chiesa nei casi di abusi sessuali compiuti da sacerdoti, chiedendogli addirittura di pronunciare un «mea culpa».
Il testo di Kúng non ha colpito solo il Papa. Anche la Conferenza episcopale italiana (Cei), guidata dall'arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, è apparsa stupita, come dice una fonte interna, «da un attacco portato direttamente al pontefice», al di là delle argomentazioni usate da Kúng nel suo ragionamento. Una posizione, si cerca di spiegare, che potrebbe trovare motivo anche in «incomprensioni risalenti al passato fra i due», il Papa conservatore e il teologo progressista.
Il presidente della Cei, che ieri al Palasharp di Milano, in un intervento dal titolo "L'Avventura
educativa" ha battuto su uno dei suoi concetti che stanno più a cuore del suo apostolato, aprirà lunedì prossimo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente, il "parlamentino" dei vescovi. All'ordine del giorno l'Assemblea Generale di maggio, l'esame della bozza degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, e l'approvazione della lettera della Commissione per la dottrina della fede, l'annuncio e la catechesi a quarant'anni dalla pubblicazione del documento base «Il rinnovamento della catechesi».
Un appuntamento importante per i vescovi. Che nel frattempo avranno letto, e metabolizzato, la Lettera del Papa.
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