Letta mediatore: nessuno strappo con gli Usa

Dalla Rassegna stampa

«È l’ultima occasione perché sulla Siria si riescano a trovare soluzioni che siano negoziate e politiche. Bisogna che il presidente di turno, e tutti noi, prendiamo la lettera che il Papa ha inviato che dice cose importanti e che vanno prese sul serio». Il premier Enrico Letta a margine del G20 ha chiarito la posizione italiana sottolineando che la guerra porterebbe «instabilità economica e volatilità sui mercati». Secondo Letta occorre percorrere ogni strada per evitare lo scontro con la Siria ma la situazione è molto delicata. L’Italia ha espresso comprensione per la posizione americana, condannando l’uso di armi chimiche, ma ha ribadito che serve «un via libera dell’Onu».

Alcune fonti parlano di un pressing americano affinché l’Italia modifichi la sua posizione, ma il premier non ha intenzione di cambiare linea. Qualora gli americani non dovessero recedere dalle intenzioni bellicose nei confronti di Assad, «noi - viene spiegato da fonti governative - sappiamo benissimo da che parte dobbiamo stare». Letta, che mercoledì 11 parteciperà alla Camera al dibattito sulle mozioni, ha comunque precisato l’importanza del rapporto con l’alleato statunitense e respinge le voci circolate da giorni riguardo una irritazione americana nei confronti del governo italiano per alcune affermazioni del ministro degli Esteri Emma Bonino: «Nessuna freddezza - ha detto Letta - e nessuna intenzione di strappare con gli Stati Uniti. Ci sono approcci diversi rispetto a questa vicenda» ma «l’alleanza c’è e ci sarà». La linea d’azione del presidente del consiglio è quella di una mediazione per giungere a una ferma condanna del regime di Assad senza giungere a un intervento militare. Un’opera di mediazione difficile ma non impossibile. «Il nostro approccio è per il multilateralismo» ha detto, aggiungendo che la condanna ad Assad deve «essere inequivoca. Dobbiamo trovare forme e modi affinché la sanzione ci sia. Non si può far finta di niente ma se si comincia una guerra non si sa come va a finire».

 

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