L'esame del milleproroghe

Parte l'esame sprint nelle commissioni congiunte Bilancio e Affari Costituzionali della Camera sul decreto milleproroghe, in calendario in Aula la prossima settimana e che scade il 27 febbraio. Ieri alle 15 era scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti e poi dalle 19 sono iniziate le votazioni. I numeri per la maggioranza, tra l'altro, sono piuttosto in bilico. In commissione Bilancio il centrodestra (contando anche il voto del presidente, il leghista Giancarlo Giorgetti che per prassi non vota) è sotto di un voto (24 a 25) dopo che il centrista Renzo Lusetti è traslocato in V commissione dalla Cultura. In commissione Bilancio la situazione è di un voto in più (25 a 24) per il centrodestra (compreso il voto del presidente) ma solo se Karl Zeller dell'Svp vota con la maggioranza. A conti fatti, dunque, il governo può contare su una situazione di pareggio 49 a 49 ma con il voto determinante di Zeller. In caso di pareggio una proposta di modifica risulta respinta e dunque la maggioranza potrebbe 'salvarsi' dall'andare sotto. Se Zeller si dovesse astenere la maggioranza sarebbe invece battuta. Si ritorna però in pareggio se si considera l'assenza quasi certa del radicale Maurizio Turco, componente della commissione Affari Costituzionali, per il congresso del partito di Largo di Torre Argentina che si svolge da ieri pomeriggio a Chianciano. Pare però che Turco possa essere sostituito da un collega del Pd, una presenza o assenza, quindi che potrebbe creare parecchi cambiamenti per un milleproroghe al quale sono stati presentati un centinaio di emendamenti depositati nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera.
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