Lepore: non è cosi, ci rispetti

La prima replica del procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore alle dichiarazioni di Berlusconi è con una battuta: «Mi spiace, ma la Procura di Napoli non è ancora autorizzata come discarica e quindi i rifiuti non ce li può portare». Poi, però, il ragionamento del capo dei pm napoletani cambia tono e entra nel merito della questione sollevata dal premier: «Non voglio assolutamente fare polemiche, ma voglio che il nostro lavoro sia rispettato. Chi dice che chiudiamo le discariche, evidentemente dimentica che a Napoli e nell'intera provincia c'è una sola discarica, quindi che cosa avremmo potuto chiudere?». Il sequestro dell'impianto di Chiaiano, quello al quale presumibilmente si riferiva Berlusconi, è del 5 maggio scorso, quando le strade della città erano già da tempo invase da enormi cumuli di spazzatura. E non si tratta di un sequestro totale ma relativo soltanto a un'area di terreno di 266 metri quadrati (l'impianto ha una cubatura complessiva di 700 mila metri), attuato per consentire l'esecuzione dei carotaggi che la Procura ha disposto dopo aver riscontrato infiltrazioni di percolato nel sottosuolo (col rischio di infiltrazioni nelle falde acquifere). L'ipotesi, per la quale ci sono già cinque indagati, è che per realizzare l'impianto siano stati utilizzati materiali scadenti, ed è stato accertato anche il ricorso a ditte riconducibili a clan camorristici di Casal di Principe e del Giuglianese. «Quindi - aggiunge Lepore - le elezioni non c'entrano niente. Anzi, in periodo elettorale posso assicurare che, se possibile, siamo ancora più cauti proprio per evitare qualunque strumentalizzazione».
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