L'ennesimo successo boomerang dei Radicali

Dalla Rassegna stampa

Ora Marco Pannella chiede che le elezioni siano rinviate, ma prima di discutere di questa "soluzione", già messa da parte dallo stesso partito, il Pd, che ha candidato Emma Bonino alla presidenza della regione Lazio, facciamo un passo indietro. Su un punto tutti saranno d'accordo: e cioè che i radicali hanno ottenuto di farsi vedere e sentire. Ci si potrà dividere nella considerazione della bontà o no delle loro ragioni e denunce, con alcuni (più di quanti credano i radicali) convinti della pretestuosità delle iniziative messe in campo da Marco Pannella ed Emma Bonino e con altri (più di quanti credano gli avversari dei radicali) persuasi invece che almeno qualcosa non fili proprio per il verso giusto se le regole sulla presentazione di liste e candidati diventano la materia passiva dei pasticci di partito, con un decreto approvato in fretta e furia per "interpretare" una legge che evidentemente fino a prima era chiarissima nel senso che la si poteva violare senza problemi. La realtà - che dovrebbe onestamente essere riconosciuta anche da parte di chi in modo legittimo avversa i radicali - è che il problema da loro posto è effettivo, e non è risolto degradandolo a questione di "cavilli". Specie se a pretendere che la questione sia sbrigata in questa maniera è chi si appresta a fare leggi, a governare, a imporre tasse e adempimenti vincolanti per tutti i cittadini: ai quali non pare sia consentito sottrarsene usando lo stesso argomento e cioè che il timbro o la firma mancante, o il giorno di ritardo nella presentazione di una pratica, dovrebbero essere lasciati correre appunto perché si tratta di "formalità". E oltretutto questi "cavilli" qualcuno li avrà ben voluti e mantenuti, senza mai obiettare nulla appunto perché andavano benissimo così: tanto se ne fregavano tutti. In questo quadro, le iniziative di contestazione dei radicali risultano vittoriose (a prescindere dai "verdetti"
via via intervenuti) perché hanno prodotto attenzione verso un partito, il loro, che ancora una volta con scarsi mezzi e poca rappresentanza istituzionale (oddio, la Borino è pur vicepresidente del Senato, mica una partigiana a cui s'è chiusa la bocca) ha saputo imporsi in un'agenda politica altrimenti stracca. Questa "vittoria" è tuttavia molto poco spendibile politicamente, e da un punto di vista comunicazionale è persino controproducente per chi la impugna. Lo hanno forse capito (ein caso contrario farebbero bene a capirlo in fretta) i radicali stessi, ai quali è facile (non giusto, ma facile) che sia ora imputato di avervoluto mandare tutto in vacca restando fuori dalla competizione e proprio perché restavano fuori (come in Lombardia), o perché avevano meno possibilità di vittoria dove pur disponevano di liste o persino (come nel Lazio) di un notevole candidato alla presidenza della regione.
Ed eccoci alla richiesta di rinvio delle elezioni. E' molto semplice: una simile soluzione, se pure fosse in teoria praticabile, a dir poco improbabilmente potrebbe effettivamente realizzarsi. E sarà allora l'occasione, per i radicali, di denunciare l`ennesima illegalità come premessa di un ulteriore scadimento democratico. La politica e i politici "normali" continueranno però per conto loro: e i cittadini voteranno per quelli. Perché la politica (bella o brutta) è un'altra cosa.

 

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