L'elettorato riscopre le virtù dei partiti minori

L'onorevole Giorgio Tonini, braccio destro di Veltroni segretario del Pd, ospite di "Annozero" l'anno scorso. espose una singolare ricostruzione storica. Tonini sosteneva, infatti, che le principali ragioni delle crisi di governo prima che venisse introdotto il sistema maggioritario erano causate dalle bizze dei partiti minori. Erano questi piccoli partiti prepotenti la causa principale dell'instabilità politica. Ingordi e con poche centinaia di migliaia di voti, i partiti minori bloccavano gli esecutivi, mettevano veti e controveti fino a paralizzare il Parlamento con le loro liti da cortile.
Ora, visto che i cosiddetti partiti "minori", nella cosiddetta "Prima repubblica", si contavano sulle dita di una mano, Pri, Pli. Psdi. Partito radicale (cioè quelli di una qualche consistenza elettorale), allora crisi di governo vere e proprie possono averne create in pochissime occasioni. Non avevano infatti i numeri sufficienti. Ad esempio nel '91 il Pri non entrò nel settimo governo Andreotti che ebbe comunque i numeri per ottenere la fiducia delle Camere. E le ragioni della crisi del sesto governo Andreotti. così come quelle del precedente governo De Mita, sono esclusivamente attribuibili ai rapporti fra Dc e Psi, partiti sopra il 10 per cento dei consensi, o alle esclusive tensioni della Dc.
In ogni caso era inutile una polemica storiografica sulle crisi dei governi della Repubblica. C'era una magnifica legge elettorale dotata di premio di maggioranza e di sbarramento elettorale, tale per cui di partiti sotto il cinque per cento non ce n'erano più. E non solo: si sosteneva anche che con unico partito del centrosinistra. conce con unico partito del centrodestra, la stabilità di governo sarebbe stata assicurata. Grazie a Veltroni e Berlusconi il problema era risolto. Solo che, come diceva Leporello nel libretto di Da Ponte per l'opera di Mozart, "il quadro non è tondo". E infatti a distanza di due anni da quel voto è il partito unico del centrodestra ad essere andato in crisi. con conseguenti ripercussioni sul governo e la stabilità, così come premio di maggioranza e sbarramento non avevano impedito la crisi del governo Prodi nel 1996 e poi dieci anni dopo. Non sono i piccoli partiti gli artefici dell'instabilità politica, ma quelli tanto grandi da smuovere ancor più grandi appetiti e da originare conflitti al loro interno. E non basta un sistema elettorale per assegnare una stabilità politica che dipende solo dalle capacità autentiche di governo. Topini, prima di aderire al Pd, apparteneva alla Democrazia cristiana e comprensibilmente preferiva gettare l'accusa di instabilità addosso agli alleati dello scudo crociato, piuttosto che affrontare una seria analisi dei fatti. Se non altro con gli ultimi sviluppi politici sarà più difficile andare incontro ad un'altra trasmissione televisiva in cui ascoltare lo show incontrastato di Tonini, Anzi, forse sarà perfino più difficile vedere 1'onorevole Tonini in un qualche show.
Il suo però era un argomento dominante, condiviso da gran parte dell'elettorato che aveva accettato supinamente tale interpretazione che ha consentito di cambiare il sistema elettorale, ha favorito la formazione di nuovi partiti e conservato buona parte della vecchia classe dirigente, quella sopravvissuta agli anni di tangentopoli, che magari era anche, non sempre ovviamente, di seconda qualità. Poi improvvisamente la coltre di nebbia si è aperta ed ecco che l'ultimo sondaggio commissionato dal professor Mannheimer sul "Corriere della Sera" testimonia di un ritorno dell'elettorato ai partiti minori e perfino di una nostalgia per il proporzionale. La ragione è comprensibile, perché il sistema bipartitico maggioritario, oltre a non offrire stabilità, compromette la rappresentanza e anche il dibattito, Infatti - si era visto nelle ultime prove elettorali - l'elettorato si allontana. I partiti minori avevano infatti una funzione che comprese subito De Gasperi e non hanno compreso né Veltroni, né Berlusconi, quale quella di portare nel mercato elettorale fasce della popolazione che non si ritrovavano né nel Pdl né nel Pd, come non si ritrovavano nemmeno nella contrapposizione fra De e Pci. Qualcuno si illuse che sarebbe bastato alzare la soglia di sbarramento per prendersi quei voti: e invece quei voti sono rimasti inespressi. Sarebbe ora, invece, che qualcuno si rendesse conto che di quei voti c'è bisogno.
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