La legge sul fine vita e il ricordo di un fratello

Dalla Rassegna stampa

Nel 2004 mio fratello Michele, malato terminale di leucemia, che aveva chiesto invano di essere aiutato a morire, si suicidò. Sono passati sette anni senza più parlarne e anzi la Camera si accinge a rendere obbligatorie la nutrizione e la alimentazione artificiali, mentre secondo la Costituzione "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario". Per onorare il ricordo di mio fratello, inizio lunedì 7, in piazza Montecitorio un "digiuno di dialogo" con i parlamentari che sono disposti a far prevalere le ragioni della loro coscienza.

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