Legge elettorale, ora mi vendo

Dalla Rassegna stampa

Oggi sono 102 giorni su 120 (con una pausa di tre settimane ad agosto) che conduco uno sciopero della fame per ottenere non qualcosa per me ma per far sì che la politica rispetti i proclami e gli impegni assunti con gli elettori ormai da quasi un anno: modificare l’attuale legge elettorale.
È una richiesta che, peraltro, corrisponde al sentimento della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, se i numerosi sondaggi prodotti sul tema dicono la verità. Credo che in un qualsiasi altro paese del mondo uno sciopero della fame, tanto più così lungo, se non altro per la popolarità della causa, avrebbe rappresentato una notizia, sarebbe stato considerato un fatto di un certo interesse degno almeno di cronaca.
Da noi, invece, salvo alcune rare eccezioni (per le quali non finirò mai di ringraziare i diretti interessati) non solo la cosa non fa notizia, ma ho spesso la sensazione che vi sia la scelta di cancellare l’iniziativa anche quando negli infiniti pezzi, servizi, pastoni o commenti, almeno citarla non costerebbe nulla. Addirittura è accaduto che mi siano state fatte interviste sia stampa che tv che poi non sono mai state pubblicate o trasmesse. So bene che questa mia iniziativa infastidisce ed è osteggiata da tutti coloro che hanno evidenti responsabilità nella incapacità/non volontà di cambiare questa legge, ma mi domando: qual è il ruolo dell’informazione? Cosa bisogna fare per fare notizia? Per ottenere che una causa per la quale ci battiamo abbia la dignità di essere fatta conoscere? Se non va bene la nonviolenza, mettere in gioco se stessi ed il proprio corpo, cosa bisogna fare?
Qualcosa l’ho capita qualche settimana fa, quando è stato possibile rompere un po’ e per qualche istante la censura ed il silenzio attraverso la pubblicazione delle foto del mio corpo ovviamente smagrito.
Un piccolo varco che si è richiuso immediatamente. Allora bene forse ho capito che tutti coloro che dalla mattina alla sera tuonano contro una politica corrotta, screditata e incapace, utilizzando casi specifici (e quanto gravi) per generalizzare, in realtà sono poi refrattari a qualsiasi altro modo di fare politica che non possa essere uniformato al concetto di screditamento che si vuole rappresentare. Capisco. Forse non fa vendere copie, non aumenta gli ascolti, non serve a quella rappresentazione della politica che va tanto di moda. Bene, allora a questo mi arrendo pubblicamente. Credo nel merito della mia iniziativa e credo nel metodo nonviolento per condurla e, siccome la nonviolenza e le ragioni per le quali si mette in atto possono sfamarsi e quindi realizzarsi soprattutto se conosciute, mi rendo disponibile. Mi metto in vendita. Mi vendo al miglior offerente e sono disposto a diversificare l’offerta affinché le ragioni della mia iniziativa possano avere un minimo di informazione. Mi rendo disponibile ad insultare pubblicamente e pesantemente il presidente del Senato, quello della Commissione affari costituzionali ed anche ogni singolo senatore, in alternativa sono disposto a farmi fotografare mentre consegno una busta con qualche centinaia di euro dentro a qualcuno per ottenere la pubblicazione di una manchette con i contenuti della mia iniziativa a prezzi stracciati; posso scrivere una lettera d’amore e passionale a qualche collega della parte opposta e poi farvene avere copia; posso, debitamente posizionato in aula, consultare qualche famoso sito porno o posso fare una telefonata a chi volete voi – che sappiamo essere sotto intercettazione – e dire quelle cose piccanti che fanno tanta notizia; posso farmi riprendere mentre contratto una prestazione per strada di notte con un trans e poi farvelo avere come se fosse stato fatto di nascosto. Per ora la mia fantasia finisce qui, ma credo che il materiale sarebbe sufficiente nell’ambito di quello che della politica, convenzionalmente qui da noi, fa notizia. Ovviamente resto aperto e disponibile a valutare altre vostre richieste. Una sola condizione: qualche riga sulle ragioni e gli obiettivi del mio sciopero della fame. Attendo un sicuro riscontro con trepidazione ed urgenza e ringrazio tutti.

P.S. per accordarci sul tipo di “prestazione” da svolgere potete raggiungermi ai recapiti della Camera dei deputati

 

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