Legge elettorale decisiva per le alleanze di Bersani

Il passo avanti compiuto da Pier Luigi Bersani nel predisporre gli schieramenti elettorali convalida la strada intrapresa. Alla base resta la foto di Vasto. Si dirà che l'Idv sempre più si allontana, sollevando ripulse in Bersani, il quale non può fingere nulla di fronte ai ripetuti assalti, condotti in maniera piuttosto rude, che Antonio Di Pietro conduce contro il Colle.
Depositando proprio ieri alcune richieste di referendum popolari, del resto, l'ex p. m. ha confermato di non voler deflettere dalla linea finora seguita: antipolitica a tutto campo (popolarissime sono le iniziative contro la diaria dei parlamentari e il finanziamento pubblico ai partiti) e vernice sociale purpurea (il progetto di ripristinare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori parla da solo). La concorrenza grillina è pesante e quindi Di Pietro deve stare attento a non confondersi con gli altri personaggi del palazzo, fosse pure l'amico Nichi Vendola. Ma proprio Vendola ci ha tenuto a ribadire di non considerare cessati i rapporti con l'Idv. Seminai, l'apertura all'Udc viene incontro all'ambizione di Bersani di attrarre a sé i centristi. Sarà da vedere quanto giovi, a una manovra di attrazione dell'Udc, l'insistenza vendoliana su connotazioni dichiaratamente illiberali e comuniste.
Bersani, poi, ha dalla propria la legge elettorale. Qualora dovesse permanere il porcellum, anche solo come principio ispiratore del premio alle coalizioni, è chiaro che dovrà tenersi avvinta Sel e operare sul duplice fronte Idv-Udc. Se, invece, ciascun partito potrà andare alle urne senza preventive intese, saranno i voti a indirizzare le alleanze successive. Unica conferma sicura: non ci sarà una lista unitaria Pd-Sel (ancora ieri l'Unità ne trattava). Vendola non intende fare la fine dei radicali, inseriti nella lista del Pd da Walter Veltroni (il quale contava perfino di recuperare l'Idv nei gruppi parlamentari).
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