Legge 40, ampio consenso per il ricorso Ma c'è chi prova a mettersi di traverso

Dalla Rassegna stampa

Soddisfazioni. Come quella dell'Osservatore Romano che sottolinea la motivazione del governo di «salvaguardare l'integrità e la validità del sistema giudiziario nazionale» con il ricorso presentato contro la decisione della Corte Europea sulla legge 40. Oppure come quella di "Scienza &Vita", il cui presidente Sergio Romano giudica il ricorso «un atto rigoroso e indispensabile», dopo che la Corte di Strasburgo «ha assegnato in maniera indiretta alla diagnosi genetica preimpianto un esplicito ruolo di selezione degli embrioni». Decisamente d'accordo anche il "Movimento per la vita", secondo il quale, appunto, «la diagnosi preimpianto non è una terapia finalizzata alla salute dell'embrione, ma alla sua selezione». Ma c'è fibrillazione anche sul versante opposto: 45 senatori (e oggi lo faranno anche alcuni deputati) hanno sottoscritto un'istanza alla Corte europea dei diritti dell'uomo perché dichiari inammissibile il procedimento del governo. Con qualche firma davvero sorprendente, come quelle di Felice Casson, Gerardo D'Ambrosio, Gianrico Carofiglio e Marco Perduca (magistrati evidentemente poco interessati alla "salvaguardia dell'integrità e alla validità del sistema giudiziario nazionale"...), ma anche quella dell'ex-ministro del Lavoro Tiziano Treu. E in un'altra petizione analoga ,firmata da quattro europarlamentari, spunta, non meno inatteso e sconcertante, Gabriele Albertini del Ppe-Pdl, candidato alla presidenza della Regione Lombardia.

 

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