La lealtà non è biodegradabile

Dalla Rassegna stampa

C'è una questione, drammaticamente urgente, che sembra già uscita dall’agenda politica: quella del diritto, della giustizia, della legalità violate e da conquistare. Le elezioni regionali che ci siamo lasciati alle spalle ne sono la certificazione più evidente. Il fondamentale diritto umano e civile del "conoscere per poter deliberare" è stato letteralmente negato. Con cifre e con dati "scientifici" abbiamo documentato come non solo i radicali ed Emma Bonino, ma anche Mercedes Bresso, Nichi Vendola, le forze di opposizione in genere non sono messi nella condizione di poter essere valutate, conosciute.
Non solo: hanno cambiato le leggi elettorali a gioco iniziato, anche all’ultimo minuto. Hanno negato ai cittadini il diritto di firmare per la presentazione delle liste elettorali. Sono state commesse irregolarità di ogni tipo, la legge è stata deliberatamente aggirata, violata; dopo le leggi "ad personam", hanno varato il decreto "ad listam"; spudoratamente hanno diffuso la menzogna dei radicali violenti che avrebbero aggredito i rappresentanti del PdL a Roma.
E’ andata come andata: con l’inquietante, prevedibile successo della Lega nel Nord; un PdL che trionfa in Campania e Calabria; un miracolo che non si è realizzato in Lazio, anche se a Roma il centrodestra ha sonoramente perso, come ha perso a Torino e a Venezia; nella stessa Milano non ha dilagato come si credeva. Sono dati da non sottovalutare. Le elezioni hanno disegnato una situazione complessa e complicata, difficile, per tanti versi inquietante. Berlusconi incarna un blocco di potere formidabile, imponente, ma al tempo stesso fragile e magmatico: l’ultimo anello di una lunga catena, legittimi figli di un regime che ci "sgoverna" da sessant’anni; ma anche l’anello più pericoloso, dannoso; quello che fa più male.
C’è molto da fare; c’è chi rimprovera e imputa a Bersani una sconfitta in Lazio e in Piemonte per cui si è, magari, lavorato, o che quantomeno non si è fatto nulla per impedire; manovre di politica politicante di nessun interesse e respiro. Bersani ha detto che i radicali non sono "biodegradabili", intendeva fare un complimento; del Pd i radicali sono alleati: scomodi, forse, ma sempre leali: merce rara, la lealtà, in un mondo di "fedeli". Con Bersani è stato avviato un dialogo, fatto di attenzione, amicizia e rispetto. Un percorso da continuare. I radicali da sempre si battono per la costruzione di un vero Partito Democratico, quello che non c’è ancora: un Pd come negli Stati Uniti, e di cui l’Italia ha bisogno, per realizzare
un’alternativa di legalità, democrazia e giustizia; questa è la scommessa, l’hic Rhodus, hic salta delle prossime settimane e mesi.

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