Per il Lazio Pd in alto mare. Polverini quasi al traguardo

Dalla Rassegna stampa

«Ci sono giornalisti là fuori? Non mi rovinate ragazzi...». Ieri ad Annozero Michele Santoro ha mandato in onda una ricostruzione del video – girato a luglio con un telefonino e a disposizione degli inquirenti – che ha scatenato la bufera su Piero Marrazzo. Nei pochi secondi simulati su Raidue si sente la voce dell’ormai ex governatore del Lazio sorpreso mentre si trova nella casa del trans in via Gradoli a Roma e si vedono in successione il pavimento dell’abitazione e le gambe nude di un uomo in piedi: l’obiettivo si sposta in un altro ambiente dove su un tavolino ci sono tre strisce di polvere bianca (che si ritiene fosse cocaina) e due cannule per aspirare.

Per le elezioni regionali del Lazio – conseguenza del caso Marrazzo – il Pdl stringe sul candidato Renata Polverini, segretario dell’Ugl. Il Pd, invece, è in altomare e la ridda dei nomi in circolazione diventa forsennata. Ieri, infatti, per il Partito democratico circolavano i nomi di due ex prefetti della capitale: Achille Serra, oggi senatore, e Carlo Mosca, consigliere di Stato. La lista si allunga con Enrico Gasbarra, ex presidente della Provincia; Rosy Bindi, che tuttavia punta alla presidenza del Pd; Emma Bonino, che fa sapere di voler attendere il congresso dei Radicali a metà novembre. Pierluigi Bersani spiega che la sequenza che porterà ad un nome prevede «prima la piattaforma programmatica, poi l’alleanza e, infine il candidato, e non il contrario. Il candidato serve per vincere e noi – sottolinea il leader del Pd – dobbiamo quindi costruire un’alleanza e un programma per far questo».
Il nome della Polverini, lanciato dal premier Berlusconi, si conferma: l’interessata ha espresso disponibilità e interesse, riferisce il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro. A frenare gli entusiasmi, però, ci pensa il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Non c’è ancora l’ufficializzazione. Lunedì convochiamo la consulta per Roma Capitale per affrontare questo discorso».

Intanto nell’inchiesta in corso sul presunto ricatto all’ex presidente della Regione che dovrebbe essere interrogato di nuovo dai pubblici ministeri, ieri il tribunale del Riesame di Roma ha fissato la data del 4 novembre prossimo per la discussione delle istanze di revoca degli ordini di carcerazione emessi nei confronti dei quattro carabinieri accusati. Mario Griffo, legale di Antonio Tamburrino, e Marina Lo Faro, difensore di Luciano Simeone, Carlo Tagliente e Nicola Testini, hanno chiesto l’annullamento dei provvedimenti o, in subordine, l’adozione di misure meno pesanti rispetto alla detenzione in carcere. Rimangono comunque molti punti oscuri da chiarire: il denaro in contanti, gli assegni non incassati, il secondo video. E una catena di possibili ricatti, anche ad altri presunti vip, che potrebbe essere stata messa in atto .
 

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