La Lazio è ormai un caso politico la crisi rischia dl spostare voti

Dalla Rassegna stampa

«È una questione politica», come cantava Antonello Venditti, cuore calcistico per l`altra sponda del Tevere, ma conoscitore delle cose romane. Dove la salvezza della Lazio esce dal campo
(ieri ufficializzati il benservito a Davide Ballardini e l`accordo fino al 2o11 con Edy Reja che ha diretto il primo allenamento: a Parma, domenica, 3-5-2 con Ledesma) e finisce nella bagarre elettorale. Con frecciate tra (e dentro) gli schieramenti politici. Se, infatti, il portavoce del presidente
della Camera si affretta a bollare come «destituite da ogni fondamento» le notizie su «non
meglio precisati interventi (un contatto con Reja, ndr)» di Gianfranco Fini «velativi alla vita della
Lazio calcio», da Livorno, città rivale nella lotta-retrocessione e, soprattutto di altro colore politico,
scatta subito la protesta. «È normale che alcuni soggetti istituzionali scendano in campo
per tutelare la permanenza in serie A di una società di calcio?», ha domandato polemicamente il sin-
daco, Alessandro Cosimi. «Dobbiamo attrezzarci anche noi per tutelare il Livorno perché non vada in serie B?».
Tutta colpa dello spettro che si aggira, da qualche giorno, per la capitale. Attraverso il tam-tam radiofonico e intemettiano i tifosi laziali, notoriamente orientati a destra (con una buona frangia di estrema destra), minacciano di non votare la candidata del Pdl alla Regione Lazio, Renata Polverini, per colpire quell`area politica (Storace in particolare) che favorì l`ascesa di Claudio Lotito («Purtroppo il calcio vive di risultati, e i primi a essere accusati sono l`allenatore e il presidente»,
ha dichiarato ieri), causa, a loro giudizio, di tutti i mali biancocelesti. A meno che la stessa politica
non esautori Lotito. Fantapolitica? Forse. Perché poi dalla dichiarazione di voto a quel che si fa in cabina ce ne passa. Ma nell`entourage della Polverini, dove in campagna elettorale si
è già dovuto fare i conti con il «fuoco amico», la minaccia viene presa in seria considerazione. Lei,
ironia della sorte, sarà oggi a Trigoria per incontrare la dirigenza romanista.
A cercare di smontare l`associazione crisi Lazio/elezioni ha provato, di nuovo ieri, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Le connessioni con la politica sono del tutto sbagliate. Continuare a scaricare su Storace e ancor più sulla Polverini, che non c`entra assolutamente nulla, mi sembra un teorema sbagliato»
E Francesco Storace, governatore del Lazio all`epoca dell`avvento di Lotito, oggi leader de La Destra
che sostiene la Polverini e in rotta con il presidente biancoceleste? È intervenuto ieri a Radio Radio e
ha ribadito la sua posizione. «Lotito non incolpi me dei suoi errori. È facile prendersela con me adesso. Lotito se conti ti coccola e ti tiene stretto, altrimenti no. La vicenda è seria, capisco il dolore dei tifosi, ma non è colpa mia. La Lazio stava fallendo con la gestione e io ho contribuito a salvarla. La stessa operazione l`ho fatta col Frosinone, ma non ho ma preso voti per questo. Qui c`è un altro tipo di manovra dietro. Se la faccenda non si chiude farò nomi e cognomi di entrambi
gli schieramenti. Chi gioca con l`esasperazione della gente, evidentemente, non si rende conto
delle conseguenze. Lotito? Se ne deve andare». Nell`altro versante la candidata anti-Polverini, Emma Bonino, incassa divertita il,possibile sostegno dei laziali. «E una bella notizia: grazie mille, sono molto riconoscente». Esterino Montino, vicepresidente della Regione e reggente dopo le dimissioni di Piero Marrazzo, prima strizza l`occhio ai tifosi biancocelesti. «Chi ha in mano
la Lazio faccia uno sforzo per evitare che vada in serie B. Se non ci riesce lasciasse il posto ad altri intenzionati a farcela». Poi, raccomanda: «La politica deve sempre rimanere in punta di piedi di fronte alle vicende delle squadre di calcio». L`impressione è che qui sia entrata in tackle. E che la partita sia ancora tutta da giocare. Soprattutto fuori dall`Olimpico.

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