Lazio, l'offensiva finale del Premier

Una lettera nella posta di tutti gli elettori romani, interventi a tappeto in tutte le radio e le tv locali, il comizio di chiusura della campagna elettorale questa sera al fianco della candidata Renata Polverini.
Anche senza la lista del Pdl rimasta fuori a Roma e Provincia, Silvio Berlusconi non vuole perdere la partita elettorale del Lazio, che potrebbe fare la differenza, quando lunedì si metteranno in fila le Regioni vinte dal centrodestra rispetto al capitombolo di cinque anni fa.
Il premier non crede più al ribaltone ma non intende rinunciare a una risalita netta, che veda prevalere gli
alleati del centrodestra in cinque Regioni: un «risultato straordinario» secondo il coordinatore del Pdl DenisVerdini. Se Calabria e Campania vengono considerati obiettivi ormai a portata di mano, da aggiungere alle due Regioni in attivo e "blindate" (Lombardia e Veneto), la partita si giocherà soprattutto in Piemonte e nel Lazio, dove la candidata di centrosinistra Emma Bonino sarebbe in vantaggio di un paio di punti stando ai sondaggi recapitati di fresco sulla scrivania di Berlusconi.
Ecco spiegati gli attacchi a Mercedes Bresso, che se la deve vedere con il leghista Roberto Cota. Ma non è il Piemonte in cima ai pensieri del premier perché, in caso di vittoria, finirà nel carniere di Umberto Bossi, mentre a Roma la candidata Polverini, nata come creatura politica di Gianfranco Fini, è stata adottata dal premier che è ormai impegnato in prima persona per recuperare lo svantaggio determinato dal pasticcio della lista Pdl. Stretto tra l’espansionismo della Lega al Nord, che punta al sorpasso sul Pdl, e l’attivismo di Fini, che ieri ha tirato in ballo Gianni Letta per dire che il fedelissimo del premier la pensa come lui sulle riforme. Una replica indiretta a Vittorio Feltri che su Il Giornale di ieri lo accusava di «remare contro» in piena campagna elettorale.
«Hanno già pronto il capro espiatorio in caso di sconfitta», commentava Filippo Rossi sul webmagazine di FareFuturo, la Fondazione del presidente della Camera. Fini segue le grandi manovre del Cavaliere e ostenta distacco istituzionale, tanto che ieri si è limitato prendere un caffè con la Polverini al bar dell’Hotel delle Nazioni ed ha fatto gli auguri alle candidate in campo nel Lazio. Berlusconi invece gioca il tutto per tutto. E allora via con la lettera a sostegno della Polverini inviata agli elettori, interpellati con il nome di battesimo preceduto da un "Caro": «Ora più che mai è tra noi e un’opposizione che sa dire solo dei no, che sa solo diffondere veleni, pessimismo e catastrofismo, e che a Roma vuole vincere impedendo a noi di partecipare al voto». Berlusconi sa che c’è un elevato rischio di astensionismo tra gli elettori del centro destra favorito dalla vicenda della lista presentata fuori tempo massimo e quindi ha ribadito che «non vi è stata responsabilità» dei dirigenti del Pdl.
Ma, in realtà, la vicenda rimane un giallo elettorale, che si arricchisce di un nuovo capitolo dopo l’intervista di due giorni fa al Corriere della Sera del sindaco di Roma Gianni Alemanno, il quale ha parlato di «imperizia di chi doveva presentare la lista». Chiamato in causa, Alfredo Milioni, uno dei delegati del Pdl protagonisti del pasticcio, ha rotto il silenzio ed ha replicato sull’agenzia di stampa locale Omniroma: «Alemanno sa benissimo come sono andate le cose. In ogni caso, dopo le elezioni torneremo su questa vicenda».
Le voci che circolano nel centrodestra romano avvalorano una resa dei conti subito dopo il voto, soprattutto se le cose andranno male per la Polverini. Un motivo in più che ha spinto Berlusconi a mobilitarsi.
«Berlusconi ha lanciato un’offensiva forsennata. Dal 21 al 24 marzo ha occupato il 32 per cento del Tg1, il 22 per cento del Tg2, il 16 per cento del Tg3, il 56 per cento del Tg5, l’81 per cento di Studio Aperto. Temo che occuperà anche le previsioni del tempo e forse suonerà ai citofoni degli italiani», ha detto ieri la Bonino.
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