"Lazio, Consiglio riunito solo sei volte e Polverini non risponde alle interrogazioni"

Dalla Rassegna stampa

Fanalino di coda fra le regioni che in primavera hanno rinnovato le rispettive assemblee elettive, seconda solo alla Calabria - che chiude la classifica - in quanto a sedute di consiglio effettuate (sei in tutto, l'ultima il 6 agosto), il Lazio governato da Renata Polverini registra un altro triste primato: interrogata sugli argomenti più vari, la giunta di centrodestra non risponde. Meglio, non l'ha mai fatto. Neppure una volta da quando, il 12 maggio, si è presentata al gran completo per il debutto del consiglio regionale. Risultato? A quasi 140 giorni dalla prima riunione, né la presidente né alcuno degli assessori da lei nominati ha finora trovato il tempo di rispondere alle oltre 150 interpellanze presentate da maggioranza e opposizione. Come se i 70 eletti alla Pisana non contassero nulla: ben pagati, ma ridotti a fantasmi senza voce.
«Siamo all'emergenza democratica», denunciano i due consiglieri radicali, Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo. Che, stufi di aspettare, il 20 settembre hanno scritto una lettera aperta al pidiellino presidente del consiglio Mario Abbruzzese. Il quale, richiamato ai suoi doveri, non ha potuto far altro che mettere in mora la governatrice. Invitandola a sollecitare gli assessori affinché, «pur nella difficoltà dei pressanti impegni quotidiani, forniscano una tempestiva risposta alle interrogazioni», con la preghiera di «adottare le opportune iniziative per risolvere il problema sollevato, nel rispetto delle norme statutarie e regolamentari vigenti, ma soprattutto nell'ambito di un rapporto sempre più collaborativo tra la giunta e il consiglio Regionale». Chiaro il messaggio, tanto più pesante perché vergato da un autorevole esponente del centrodestra: la scarsa attività del consiglio, associata a una pressoché totale assenza di interlocuzione con l'esecutivo, svuoterebbe di senso e di ruolo il massimo organismo di rappresentanza dei cittadini.
A maggior ragione se si considera che le richieste di spiegazione inoltrate alla giunta arrivano non solo dall'opposizione, ma dalla stessa maggioranza. Il più attivo risulta infatti essere il leader della Destra, Francesco Storace, autorediben25interrogazioni (dalle gare sulla sanità alle nomine nelle aziende regionali, sino alle discariche), seguito dal capogruppo della lista Bonino-Pannella Rossodivita con 20 (dai tagli della Finanziaria all'abusivismo sulle spiagge), quindi dal democratico Enzo Foschi con 14. «In soli quattro mesi si è creato un gravissimo vulnus istituzionale e di democrazia», conclude Rossodivita: «Come definire altrimenti il mancato rispetto del ruolo e delle prerogative dei consiglieri, costretti a non poter esercitare le proprie funzioni di controllo?». Ancor più «paradossale» in una regione governata da chi, della concertazione e del confronto istituzionale, ha sempre fatto vanto: «Così l'ex sindacalista Polverio smentisce la sua storia».

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