Lazio, Bonino e Polverini: sfida all'ultimo voto nella notte

Dalla Rassegna stampa

Una sfida all’ultima scheda, sul filo dei decimali. Neanche a sceneggiarlo col retrogusto del thrilling il testa a testa tra Emma Bonino e Renata Polverini lo si sarebbe immaginato così. Le due candidate affiancate dalla prime proiezioni: 49,7% la radicale, candidata del centrosinistra; 49,7% la sindacalista dell’Ugl. La prima più votata a Roma-città, con circa 9 punti più dell’avversaria. La seconda avanti per distacco in tutte le altre province, Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti. Con un dato a svettare sugli altri:
l’affluenza ferma al 60,89% contro il 72,67% del 2005. Più che una disaffezione, dunque, quasi una idiosincrasia al voto su cui hanno influito anche le controversie legate alla non accettazione della lista del Pdl a Roma. Il terzo incomodo, l’outsider Marzia Marzoli, candidata della Rete dei Cittadini non è andata oltre lo 0.56% circa (dunque, nessun consigliere alla Pisana). Il calo dell’affluenza nel Lazio è stato dell’11,8%, secondo solo alla Toscana (10,5%). In controtendenza solo il comune pontino di Fondi al centro  delle polemiche per la richiesta avanzata dal ministro dell’Interno Maroni di scioglimento per infiltrazioni mafiose. L’affluenza alle urne a Fondi ha toccato la quota record dell’81,7%.
Ad appesantire il bilancio del "non voto" è soprattutto il dato della Capitale. L’asticella della partecipazione degli elettori si è fermata ai minimi storici, a quota 56,50% -13,1% rispetto al 2005 quando ad affermarsi fu il centrosinistra con Piero Marrazzo (50.7) sull’ex governatore Francesco Storace. Il quale ora esulta per la buona affermazione che si profila de La Destra (oltre il 4%). Le due sfidanti hanno atteso l’esito finale nei rispettivi comitati, A Trastevere la Bonino, al Flaminio la Polverini. Entrambe non hanno voluto commentare i risultati parziali e tantomeno le proiezioni. Neanche quando la Emg Pragma Rai a tarda sera dava la candidata del centrodestra in vantaggio di un punto. Testa a testa nella proiezioni ma anche nei dati comunicati mano a mano dal Viminale. Un sostanziale equilibrio. Tanto da far dire alla Bonino a metà della maratona elettorale che sarebbe stata «una lunga notte». Un risultato in bilico fino alle fine. Vietato, dunque. sbilanciarsi.
Cauto il ministro Ignazio La Russa: «Se dovessimo vincere sarebbe un miracolo senza precedenti, e già adesso, con l’esclusione della lista per i due terzi dell’elettorato, essere a un testa a testa è un risultato straordinario, se riusciamo a prendere anche un voto in più ci ubriachiamo». Di miracolo ha parlato anche l’ex ministro Beppe Fioroni, pd:«Non dimentichiamo che nel Lazio, dopo il caso Marrazzo, eravamo scomparsi nella memori. Ora vediamo cosa succede, ma già adesso è qualcosa di miracoloso».
Nonostante le polemiche della vigilia non si sono segnalati incidenti particolari ai seggi. Superiori alla media le schede bianche, durissime le contestazioni anche per la contemporanea presenza dei cosiddetti "gladiatori", i rappresentanti di lista del centrodestra, e quella dei militanti radicali. In quanto al voto di lista, la più votata, a scrutinio ancora aperto, risultava la "civica" della Polverini (29,30%). Il Pd intorno al 27%, l’Idv 9,98%, 6% il Pdl (ma senza Roma), 5.04% l’Udc, 4,3%la Destra, 3,8% Lista Bonino-Pannella, 3,4, Sinistra ecologia e libertà, 2.8 Rifondazione e 1,7%la Lista civica per i cittadini di Alagna.

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