Lazio, alla lista Pdl nuovo no dei giudici sulla scia del Tar

Dalla Rassegna stampa

Bocciata. Ancora una volta. Prima il Tar, adesso l'ufficio elettorale circoscrizionale presso il Tribunale. Cambiano i giudici, il risultato no: la lista del Pdl, a Roma e provincia, resta fuori dalle Regionali del Lazio.
La nuova decisione è di ieri sera, intorno alle 20, quando Piazzale Clodio ha notificato ad Alfredo Milioni, presentatore della lista pdl, la sua decisione: il protagonista di questi giorni, poi, è fuggito via dal tribunale sotto la pioggia, senza parlare. La motivazione ricalca in parte quella del Tar: «Non esiste la prova che alle ore 12 di sabato 27 febbraio, i rappresentanti del Pdl Milioni e Polesi fossero dentro il tribunale con la predetta documentazione». E, nello specifico: «Nella scatola presentata c'erano solo i certificati elettorali e l`elenco delle firme, ed è irrilevante il tempestivo ingresso nel tribunale dei delegati dei Pdl. Solo alle 17 veniva fatta istanza per completare la documentazione, dando così implicita conferma dell'incompletezza di quanto presentato». In un punto la commissione differisce dal Tar: il tribunale ha valutato le carte presentate dal centrodestra, dando per buona («diversamente opinando», si legge nella sentenza) la validità del decreto legge. Ma ugualmente, la lista resta fuori.
Il Pdl, ora, studia le prossime mosse. Il ricorso al Consiglio di Stato è pronto, ma oggi si deciderà se presentarlo. «C'è un nuovo provvedimento, che cambia tutto», spiegano i legali del Pdl. Palazzo Spada, cioè, potrebbe anche decretare «improcedibile» il ricorso, perché dopo il Tar è intervenuto l'ufficio elettorale. Sicuramente, i pool di legali coordinato da Ignazio Abrignani, farà ricorso all'ufficio centrale regionale presso la Corte d'Appello: oggi la presentazione, entro 48 ore la discussione. «La documentazione era incompleta perché non ce l'hanno fatta presentare», la difesa. Proprio nella sentenza del Tar, paradossalmente, gli avvocati del centrodestra hanno trovato un piccolo appiglio: «dl competente ufficio elettorale - si legge nel provvedimento avrebbe comunque dovuto dichiarare non valida la lista di parte ricorrente in quanto depositata in ritardo». Il Consiglio di Stato, comunque, deciderebbe solo sulla richiesta di sospensiva bocciata dal Tar. Mentre per un giudizio sul merito, invece, si dovrà aspettare maggio. Ecco perché, anche in caso di riammissione del Pdl, le elezioni rischierebbero di svolgersi «sub judice».
A Perugia, nel frattempo, prosegue l'inchiesta sui fatti del 27 febbraio. Il pm Dario Razzi, secondo la denuncia del Pdl, indaga per abuso d`ufficio (verso i magistrati) e violenza privata (verso i rappresentanti dei Radicali). Al momento non ci sono indagati: già ascoltati altri cinque rappresentanti di lista presenti quella mattina, in settimana sarà la volta di Milioni e Polesi. Un dato, secondo i magistrati, già emergerebbe: la documentazione del Pdl non era completa.
A parte le aule giudiziarie, comunque, la battaglia si sposta in piazza. Renata Polverini ieri è andata a palazzo Grazioli da Berlusconi ed ha già annunciato di voler andare avanti. Il Pdl ha rinviato il «redde rationem» nel partito a dopo le elezioni. I malumori, però, sono molto forti sia nel vertice, che nella base. Ieri è circolata un'ipotesi: la nomina di Maurizio Gasparri a commissario «pro tempore» del coordinamento regionale del Lazio. Che ne dice il capogruppo al Senato? «La voce l'ho sentita... Se ho rifiutato? Più che altro ho fatto presente che, in questo momento, serve l'impegno di tutti e non solo di un singolo». L'ipotesi-Gasparri, ex An ma vicino a Berlusconi e spesso in polemica con Gianni Alemanno, ha anche un significato politico. E suona come una sorta di «sfiducia» al sindaco di Roma, che ha proprio in Vincenzo Piso (attuale coordinatore regionale) uno degli uomini più influenti della sua componente. Ma sono conti, però, che verranno fatti finito il «pasticcio» nel Lazio.
 

© 2010 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK