Lateranensi anniversario con tensione

Potevano almeno sistemarla in via della Conciliazione, l'ambasciata italiana presso la Santa Sede, magari nell'ultimo tratto, il più vicino possibile alla invisibile linea di confine. Invece no, l'ambasciata sta ai Parioli e sostanzia il caso unico al mondo di uno Stato che piazza una sua sede diplomatica sul suo stesso territorio.
Basterebbe questo per capire che nel Concordato c'è qualcosa che non va. Invece ieri l'anniversario della firma è stato celebrato in quella sede dalle autorità dei due stati. Del resto è così tutti gli anni. Ieri però la celebrazione aveva due motivi di tensione politica. Da un lato, quello esterno e prospiciente l'Ambasciata, una manifestazione dei radicali. Dall'altro, quello dei discorsi ufficiali e del buffet, la decisione del governo di rivedere le norme sull'esenzione fiscale degli edifici di proprietà vaticana. Decisione maturata in un governo tecnico, presieduto da un cattolico praticante, dove non mancano ministri autorevolmente vicini ai vertici della chiesa. Dunque non era poi così infondata la questione di un'area di elusione fiscale da parte del Vaticano sulle sue attività in Italia, ovviamente non quelle legate al culto. Né si trattava di una strumentale agitazione anticlericale dei soliti radicali, come pure avevano sostenuto non solo la Cei e il suo Avvenire, ma anche esponenti cattolici dei tre poli come Lupi, Casini e Fioroni. È un piccolo passo avanti, anche se i radicali restano fuori dalla porta, per strada.
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