"Lasciateci sperimentare sugli animali" Appello degli scienziati dopo i blitz animalisti

"I ricercatori non sono dei torturatori". Il gotha degli scienziati di Milano si mobilita a favore delle sperimentazioni sugli animali: "Altrimenti si mette a rischio la ricerca". L'appello arriva in un momento cruciale: il Parlamento sta per recepire la direttiva dell'Unione europea (la 2010/63) sull'argomento; ma - con sette punti votati dalla Camera - viene introdotta una serie di restrizioni che fanno storcere il naso ai ricercatori che martedì si sono riuniti allo Starhotels Rosa. Viene previsto, tra l'altro, il divieto per l'allevamento di scimmie, cani e gatti e per gli esperimenti che non prevedono anestesia.
La mobilitazione - Lo scorso febbraio Michela Brambilla, parlamentare del Pdl, nonché nota animalista aveva festeggiato il risultato: "Una piccola grande vittoria in un lungo cammino". Ma ora si muovono gli scienziati: "Chiediamo che la direttiva venga recepita come è stata approvata a livello europeo - dice Silvio Garattini, alla guida dell'Istituto farmacologico Mario Negri -. Con l'emendamento restrittivo avremo di nuovo un Paese diverso rispetto agli altri". I fatti di cronaca, intanto, imperversano: dopo la battaglia per fare chiudere Green Hill , l'allevamento di beagle destinati alla sperimentazione, pochi giorni fa la multinazionale Harlan di Correzzana (Monza) è stata costretta dalle polemiche a bloccare l'invio di 900 scimmie alle aziende farmaceutiche.
La ricerca - La preoccupazione dei ricercatori è, dunque, forte. È il motivo per cui alcuni dei nomi più in vista del panorama scientifico italiano, a capo dei più importanti centri di ricerca di Milano, hanno deciso di mettere la faccia nella battaglia a favore delle sperimentazioni animali. Oltre a Silvio Garattini, in prima fila ci sono Pier Giuseppe Pelicci (codirettore scientifico dello Ieo); Marco Pierotti (direttore scientifico dell'Istituto nazionale Tumori); Ferdinando Cornelio (direttore scientifico del neurologico Besta); Lucia Monaco (direttore scientifico della Fondazione Telethon) e Alberto Mantovani (direttore scientifico Humanitas). Sottolinea Pierotti: "Le nostre regole sulla sperimentazione sono all'avanguardia: c'è un Comitato etico, Cesa, per verificare che l'esperimento sia scientificamente corretto e che gli animali non siano sostituibili".
Appello -L'appello dei medici, che si sono mobilitati martedì, può essere riassunto in una frase: "Gli animali non strumenti da laboratorio, ma partner degli scienziati. Senza la sperimentazione animale sulle scimmie l'Aids sarebbe ancora una malattia fatale". Ma la scienza stessa non è del tutto compatta sull'argomento. Molto più cauta, per esempio, è la posizione dell'oncologo di fama mondiale Umberto Veronesi, che chiede per la sperimentazione sugli animali l'applicazione di criteri analoghi a quelli usati per le sperimentazioni sull'uomo. "Il Dna degli scimpanzé è uguale per il 99% a quello umano - dice Veronesi -. È il motivo per cui il loro utilizzo deve essere particolarmente restrittivo".
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