L'anniversario di Porta Pia: protesta radicale

È il giorno delle celebrazioni, della cittadinanza onoraria al presidente Giorgio Napolitano, dei 140 anni di Roma Capitale listati a lutto per la morte di Alessandro Romani. Ma sarà anche una giornata storica: stamattina, a Porta Pia per ricordare la breccia del 20 settembre 1870, ci sarà anche il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, che leggerà una preghiera/intervento che - secondo gli addetti ai lavori - «dovrebbe chiudere le polemiche su quella data». Una visita, quella di Bertone, che crea anche qualche apprensione. I Radicali già ieri hanno manifestato con un autobus (ribattezzato il «pullman della laicità») con sui lati le scritte «No Vatican» e «No Taliban», e che è passato per San Pietro suonando la fanfara dei bersaglieri.
Questa mattina, per l'arrivo di Bertone, il partito di Marco Pannella è pronto al bis. Operazione top secret, stavolta: «Ma qualcosa - dice Sergio Rovasio, uno degli organizzatori - faremo, proprio mentre parlerà Bertone. Che ci sia il Vaticano a Porta Pia fa cadere i capelli...». Mario Staderini, segretario italiano, aggiunge: «Il sindaco Alemanno, moderno zuavo, ha ridotto a simbolo nazionalista un evento che segnò l'inizio di una nuova libertà di coscienza e di religione». Anche il Grande Oriente d'Italia si prepara: «Saremo a Porta Pia - dice il Gran Maestro Gustavo Raffi - con la nostra storia e i nostri progetti». Raffi, nei giorni scorsi, è andato giù pesante: «La partecipazione di gerarchie ecclesiastiche è uno scempio che va fermato: è come se al 25 aprile andassero anche i repubblichini. E a noi Alemanno ci ha invitato solo dopo un nostro comunicato».
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