L'amaca

Dalla Rassegna stampa

Siccome ciascuno di noi ha un lato abbietto, confesso di accogliere con scomposta ilarità le frequenti notizie sulle risse tra monaci e preti di diverse confessioni cristiane in Terra Santa. Costituiscono il lato comico (e tutto sommato incruento) del tragico odio interreligioso che ha seminato di morte e distruzione la storia umana. Non basta credere nello stesso Dio: tra cristiani (come tra musulmani) ci si detesta e ci si combatte con accanimento secolare, e una ferocia che solo il fanatismo politico ha saputo emulare.

L'ultimo episodio - ieri l'altro - ha visto affrontarsi a colpi di ramazza monaci armeni e greco-ortodossi. Una sorta di cartoon parodistico tra maschi con barbe lunghissime che si menano come ossessi. Ignoro che cosa li separi, a parte la maniacale suddivisione di competenze territoriali che divide i luoghi sacri tra cristiani di diverse sponde, in pratica millesimandoli come un condominio. La moltiplicazione delle chiese e dei cleri - antichi e recenti - che si richiamano al povero Cristo, alla Bibbia e ai Vangeli, ciascuna avocando a sé il monopolio della corretta esegesi, è talmente stupefacente (sono centinaia) da suggerire ovvia diffidenza: non per la spiritualità degli umani, ma per i troppi concessionari della medesima.

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