L'amaca

La mattina di un giorno festivo, in un bel bar di una bella piazza di una bella cittadina della provincia italiana. La gente beve il caffè, si saluta, conversa. Fuori ci sono bambini, biciclette, cani, e un gentile sole autunnale. A un tratto lo sguardo fa uno zoom sulla prima pagina del quotidiano locale, appoggiato su un tavolino. Il titolo, cubitale, recita: «Bossi: il popolo padano si è rotto i coglioni». La frase, insieme ad altri rumori, è stata pronunciata il giorno prima a pochi chilometri da qui, in occasione della solenne Festa della Zucca. Non so perché un onesto giornale di provincia, in genere onestamente dedito ai delitti e agli incidenti d'auto, abbia scelto di consacrare la sua intera prima pagina a quel ributtante grumo di parole, politicamente di nessun conto. Ma posso dire con certezza che in quel bel bar di una bella piazza di una bella cittadina italiana quel titolo faceva l'effetto di un corpo estraneo, di un rutto in chiesa. E spingeva a chiedersi quando e perché è cominciata la nostra discesa implacabile verso il basso, verso il brutto, verso il becero. E quanto profonda dev'essere l'assuefazione se quelle povere frasi diventano titoli di giornale (non solo in provincia). Selezionando giorno dopo giorno il sempre più basso, più brutto, più becero.
© 2011 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU