L'amaca

Dalla Rassegna stampa

I fondamentalisti leghisti che, in una discoteca vicentina che si chiama Hollywood, hanno bruciato un fantoccio di Garibaldi, si chiamano o chiamano i loro figli Patrik, Genny, Christian e Desirée (come annota puntigliosamente Gian Antonio Stella, che è un veneto vero). Storditi dal fanatismo, non si accorgono di essere i primi traditori di radici tanto rivendicate quanto sepolte sotto la spianata di cemento, capannoni, villette a schiera frutto di uno sviluppo mostruoso, che ha bruttato il Nord Italia per quanto è lungo e per quanto è largo.
Le cerchino lì, i Patrik e i Christian, le loro radici sepolte da un patto faustiano: vendere l'anima in cambio delle palanche. Se la prendano con loro stessi, con i loro capi che non hanno speso una sillaba per denunciare lo scempio ambientale, l'avvelenamento dell'aria e delle acque, la perdita di socialità (che è la peggiore delle perdite di identità). Se la prendano con un partito che si chiama "padano" e della Padania non parla se non per configurare un mito remoto e fragile, e nemmeno si accorge del massacro concreto che lo "sviluppo" ha inflitto ai paesaggi, alle case, ai volti delle persone, alla loro anima e perfino ai loro nomi di battesimo.

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