L'amaca

Dopo tutti questi anni, riesce ancora a sbalordirci. Dovremmo essere abituati all'imbroglio, alla prepotenza, al colpo basso, alla mossa fraudolenta. Eppure lunedì sera, quando si è diffusa la notizia dell'incredibile tentativo di scippo della sentenza Mondadori, mi hanno telefonato amici stravolti dall'ira, increduli, agghiacciati. «Non è possibile! - sibilavano - non posso crederci!», e ho pensato che "non è possibile!" è davvero la frase simbolo di questi nostri ultimi, pazzeschi venti anni. Fin dal principio, dalla discesa in campo, da quegli incredibili video ceronati, fasulli, che parevano sortire da una meta-realtà. "Non è possibile! ". Invece è stato possibile tutto e anche di più, le leggi ad personam, la presa della Rai ficcandoci uomini Mediaset (elementare, impudente ma efficace), gli interessi privati di un uomo solo che mettono in mora gli interessi di un paese intero, le buffonerie nei summit internazionali, le menzogne a raffica, il servilismo disgustoso dei suoi sodali e dei suoi comperati. Possibile tutto, fino a questo capolavoro dell'assurdo, un imbroglio di due righe ficcato dentro una finanziaria, i classici cavoli a merenda, e tutti a chiedersi: "Ma come gli è potuto venire in mente? È disperato? È matto? È farabutto? E se è le tre cose insieme, in che percentuale? E noi, come è possibile che siamo ancora qui a domandarci: come è possibile?".
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