L'amaca

Quello che passerà alla storia come il processo del Bunga Bunga sta dipanando il suo racconto giudiziario non dico in sordina, ma certamente non in primissimo piano.
È come se appartenesse a una fase precedente della vita pubblica italiana. Più che polemiche arroventate, solleva pietose riflessioni. Una delle testi non può presentarsi perché sta dando la maturità, e basterebbe questo dettaglio a far capire che 1' accaduto non ha per argomento la morale sessuale, ma la patologia sociale dalla quale (forse) stiamo faticosamente uscendo.
Che ci facesse una ragazzina (molte ragazzine) in quei palazzi, in compagnia di un paio di vecchi maschi vanitosi, non è cosa che può spiegarsi con l'eros. La seduzione di un primato politico e di un primato economico entrambi ostentati (coincidenti in una sola persona, e già questo è patologico) ha travolto, per anni, ogni altro criterio, ogni altra logica. Non tanto il pudore sessuale, quanto il pudore sociale ne è uscito annichilito. La disparità smisurata (di età, di censo, di potere, di tutto) tra l'anfitrione e le giovanissime ospiti avrebbe dovuto e potuto suscitare, in molte di loro, una prudente, istintiva diffidenza, e un salvifico "no grazie". Se non è stato così - né per loro, né per milioni di italiani - non è per un difetto di moralità, ma per una micidiale eclissi di quell'orgoglio di classe che è l'unica via di salvezza delle classi subalterne. Olgettine comprese.
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