L'amaca

Dalla Rassegna stampa

Giornali, radio e tivù pullulano di analisi e riflessioni sulla Lega e della Lega, quasi tutte tendenti a individuare nel "tradimento" della spinta originaria, e nella contaminazione con il berlusconismo, il potere e altre mollezze romane la causa della crisi. Sarà pure. Ma basta sentir parlare Borghezio o Boso (l'altra sera a Radio 24), e udire alcune delle loro ripugnanti digressioni razziste, per capire che forse "tornare alle origini" non basterebbe, ove quelle origini fossero incarnate da quella bruta espressione di grettezza umana e aggressività politica che hanno contribuito in buona parte a disgustare elettori potenziali e moderati. Allo stesso modo rifletterei sulla scuola (pubblica) di Adro usata come zerbino di partito, e su quanto la parola "secessione", rispolverata a Pontida come una panacea, abbia contribuito a costruire, negli anni, la reazione di massa dell'opinione pubblica del Nord, e lo straordinario successo delle celebrazioni del centocinquantenario, che si sono trasformate in una vera festa di popolo. La Lega è minoranza anche "a casa sua", e lo è diventata perché il suo obiettivo fondante (la secessione) è animosamente osteggiato dalla grande maggioranza dei settentrionali. Questa è la durissima realtà sulla quale ugualmente dura è la riflessione. Molti auguri.

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