L'amaca

Nel tentativo (sempre più inane) di dimostrare un'equa distribuzione delle incapacità e delle colpe tra governo e opposizione, Piero Ostellino, sul Corriere della sera, se la prende con Bersani per la frase "non voglio essere governato da un signore che regala 187mila euro a una minorenne". Ostellino osserva che non si tratta di un programma di governo: e in effetti, non lo è. È un'invettiva morale, forma retorica che in politica ha piena legittimità fino dalla civiltà classica.
Si può anche ritenere, come fa Ostellino, che la morale non debba avere attinenza con la polis, perché produce concezioni "totalitarie". Purtroppo però capita - ed è il nostro caso- che i comportamenti di Cesare suggeriscano ai cittadini, uno per uno, di giudicarlo. Mi rendo conto che la parola "giudicare", alle orecchie di Ostellino, suoni come un terrificante oltraggio al suo liberalismo imperturbabile. Pure, il giudizio è una di quelle faticose incombenze che nella vita, a volte, tocca sobbarcarsi, anche senza essere Robespierre o Torquemada, o meglio proprio per evitare che tocchi poi ai Robespierre e ai Torquemada di giudicare al nostro posto. Non potendo contare sulla condivisione di questa fatica con Ostellino, al quale evidentemente importa niente di come Cesare si porta in privato come in pubblico, ce la sobbarchiamo da soli, in qualche milione di italiani. Ostellino, beato lui, è esonerato dal giudizio.
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