L'amaca

Gli sputi dei fascisti contro Fini sono stati inquadrati dai due principali giornali della destra italiana, Libero e il Giornale, come l’inevitabile conseguenza della provocazione di un “traditore”. Uno che se l’è andata a cercare. Nei commenti il massimo del rimprovero, per chi sputava su Fini e cercava di pestarlo, era che il presidente della Camera non meritava tanta attenzione, e adesso si concederà pure il lusso “di fare il martire”. L’errore non è dunque, nel nome del fascismo repubblichino, aggredire un ex missino che ha scelto la destra democratica. L’errore è “fargli troppa pubblicità”. È deprimente dirlo, ma per la destra italiana (non dico i rautiani: dico la destra che è stata per tanti anni al governo con il nome d’arte di “centrodestra”) sembrano passati molti più anni da Fiuggi che da Salò. L’ingresso dei post-fascisti nel gioco democratico (Fiuggi) è tranquillamente definito “tradimento” da commentatori che nei talk-show, da anni, quasi ogni sera sostengono incredibilmente di rappresentare “gli italiani moderati”. Provate a immaginare Bersani preso a sputi e spintoni, in quanto traditore del comunismo, da una pattuglia di vecchi stalinisti; e Repubblica che spiega ai suoi lettori che i traditori devono restarsene a casa loro.
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