L'amaca

Bologna, nelle liste della Lega, c'è un giovane candidato omosessuale. Dice che se la Lega lo cacciasse, capirebbe (?!). Su Facebook spiega che i suoi idoli sono Moana Pozzi e Marine Le Pen. Ma anche se fossero Batman e il generale Custer, non riuscirei a"leggere" nella sua figura pubblica alcun profilo politico (da me) decifrabile. Mi capita sempre più spesso, capisco che sono saltati, uno dopo l'altro, quasi tutti i miei parametri di orientamento. Non ne faccio una colpa agli altri né a me stesso, mi limito a constatarlo. Una nebulosa di briciole, un caos rumoroso quanto inconsistente sprigiona dalle macerie dei sistemi ideali e culturali che hanno retto, fino a pochi anni fa, il nostro agire e il nostro essere. Ho una sola certezza: non può reggere a lungo, perché ogni grande disordine innesca un irresistibile bisogno di ordine. Mi domando se a rimettere ordine sarà un'invasione cinese, che ci rimandi tutti a lavorare i campi come i nostri avi; o il risorgere, autoctono, di un pensiero forte e autoritario ripescato tra le tante turpi discipline già partorite, in passato, dall'Europa; oppure la nascita inaspettata di un ordine nuovo e migliore, almeno parente della democrazia. Il problema vero è capire se un leghista gay che ama Marine Le Pen e Moana Pozzi sarà in grado, al momento opportuno, di distinguere tra le tre ipotesi (cinese, nazista, democratica) o se gli sembreranno tutte uguali.
© 2011 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU